Romantica, coinvolgente, pittoresca. Ed anche un po’malinconica, quel tanto che serve a conferirle maggiore fascino. Gli aggettivi per definire Venezia non bastano mai, e qualunque descrizione, anche la più esaustiva, non sarebbe in grado, attraverso le parole, di renderle piena giustizia. Perché Venezia va visitata, va “sentita” in prima persona, e contemplata nella sua infinita bellezza, una bellezza quasi “lontana dal tempo”.
Coacervo di popolazioni, Venezia è considerata una delle più belle città al mondo, per il suo straordinario patrimonio artistico ed architettonico, e non è una caso che accolga ogni anno milioni di turisti, sia italiani che stranieri.
Cantata e celebrata dai poeti, la città dei Dogi è avvolta da un’aura quasi magica, che si respira tra le calli, i canali, i ponti, in ogni angolo, in ogni dove. Un’atmosfera unica, che fa di Venezia una meta d’obbligo, assolutamente imperdibile.
Assai arduo, ed a tratti “imbarazzante” scegliere a cosa dedicarsi, quando si è in visita alla Serenissima: sicuramente non può mancare Piazza San Marco, il cuore di Venezia, con il grande piazzale su cui si affaccia la Basilica, che è forse l’immagine che resta maggiormente impressa. E poi il Palazzo Ducale, il Canal Grande, la Torre dell’Orologio. Senza dimenticare i ponti della città, tra cui i più noti sono quello dei Sospiri e quello di Rialto, e le chiese ed i musei.
Ma, come precedentemente anticipato, le parole non sono sufficienti: Venezia è un gioiellino, un “sogno”, che tutti dovrebbero vivere almeno una volta nella vita. E per chi ancora non ha vissuto questo “sogno”, ecco le impressioni ed i pensieri di chi ha visitato la città, raccolti in una selezione di frasi e aforismi su Venezia:
L’anima di Venezia sono le sue maschere.
(Mieczysław Kozłowski)
Ma quando siamo usciti, stanchi e intontiti, dalla stazione di Venezia e abbiamo visto il Canal Grande e i palazzi marmorei che sfioravano l’acqua melmosa, quel gioiello di cultura che si dondolava sui canali fetidi e muffosi, abbiamo improvvisamente compreso quanto forte e tenace è l’uomo e quanto meraviglioso è il suo spirito, e si è destato in noi un tale amore per l’umanità, l’umanità con le sue pene e le sue epidemie; e siamo penetrati ad occhi aperti dentro un sogno, perché Venezia è il sogno di ogni città….
(Abraham Yeshoua)
Li Viniziani si sanno fare signori di Lombardia, e parmi la monarchia d’Italia.
(Piovano Arlotto)
I segreti più segreti di Venezia sono quelli che si custodiscono da soli.
(Dal web)
Non ha Vinegia tanti gondolieri quanti Vicenza conti e cavalieri.
Non sono in Arno tanti pesciolini quant’in Venezia zazzere e camini.
(Proverbio)
A Venezia, quando c’è la luna, par di passeggiare in una acquaforte.
(Carlo Dossi)
E quando lasciamo Venezia scopriamo che i nostri orologi hanno problemi a tornare di nuovo al tempo reale.
(Mieczysław Kozłowski)
Chiudi gli occhi e leggi con le dita la fisionomia delle statue, i bassorilievi, le modanature scanalate. Gli alfabeti scolpiti nelle lapidi ad altezza d’uomo. Venezia è un ininterrotto corrimano Braille.
(Tiziano Scarpa)
Il cuore di Venezia è piazza San Marco. Ma qual è la sua testa?
(Mieczysław Kozłowski)
Stai camminando sopra una sterminata foresta capovolta, stai passeggiando sopra un incredibile bosco alla rovescia.
(Tiziano Scarpa)
Venezia è un imbroglio che riempie la testa soltanto di fatalità.
(Francesco Guccini)
Non vorrei scrivere molto su Venezia; penso che tutti la conoscano. È realmente simile, fino al fastidio, ai vari souvenirs de Venice; quando mi sono fermato per la prima volta a piazza San Marco, sono rimasto confuso e a lungo non ho potuto liberarmi dalla opprimente sensazione che non fosse un luogo reale, ma il Lunapark dove deve svolgersi la notte veneziana. Aspettavo soltanto che cominciassero a gemere le chitarre e che il gondoliere cantasse come il signor Schütz. Por fortuna il gondoliere ha misteriosamente taciuto, ma alla fine mi ha derubato in modo poco cristiano, agitandomi davanti agli occhi un qualche tariffario.
(Karel Čapek)
Chi stira di notte il cielo che di giorno viene steso tra le vie di Venezia?
(Dal web)
Venezia, le voglie di una città che non vuole affondare.
(ibidem)
Sul fare del giorno le stelle sbiadiscono d’invidia vedendo emergere dalla nebbia gli incanti di Venezia.
(Mieczysław Kozłowski)
Così disposte ai due lati del canale, le abitazioni facevano pensare a luoghi naturali, ma di una natura che avesse creato le proprie opere con un’immagine umana.
(Marcel Proust)
Chiudi gli occhi camminando: ascolta la babele delle lingue dei turisti di tutto il mondo concentrati lungo cinquanta metri di calle.
(Tiziano Scarpa)
Venezia ha un suo ritmo da sempre: e bisogna scoprirlo passeggiando per le viuzze o girando per i canali, meglio su una barca silenziosa.
(Enzo Biagi)
Bisogna girare Venezia a piedi. Chi gira e guarda Venezia soltanto in barca ne ha un’immagine morta; la Venezia dei decadenti è una Venezia lunare, lievemente putrida, vista da persone adagiate sui cuscini delle imbarcazioni.
(Guido Piovene)
E pur se queste lagune si colmano via via, e dalle paludi salgono perfidi miasmi, se il commercio langue e la potenza della Repubblica declina, nondimeno la sua struttura grandiosa e il suo carattere non cesseranno un istante di apparire all’osservatore degni di venerazione.
(Johann Wolfgang Goethe)
Venezia è come una donna. Tutto quello che si dirà di lei sarà vero.
(Mieczysław Kozłowski)
Legge veneziana non dura una settimana.
(Proverbio)
Il primo e unico itinerario che ti suggerisco ha un nome. Si intitola: A caso. Sottotitolo: senza meta. Venezia è piccola, puoi permetterti di perderti senza mai uscirne davvero.
(Tiziano Scarpa)
Vivere a Venezia vuol dire, prima di tutto, avere pazienza con sé stessi, abituarsi ad altre velocità.
(Paolo Barbaro)
Ogni veneziano si sente un doge quando arriva alla pensione.
(Dal web)
Chi vede Venezia e non vede l’Arsenale vede il manico e non vede il boccale.
(Proverbio)
Ero a Venezia sul Ponte dei Sospiri; un palazzo da un lato, dall’altro una prigione; vidi il suo profilo emergere dall’acqua come al tocco della bacchetta di un mago.
(Lord Byron)
A Venezia l’architettura dà le emozioni della musica.
(Carlo Dossi)
L’arte veneziana è una ghirlanda di fiori olezzanti; è una collana di pietre preziose. È una cosa lasciva e imponente. È una fata col sole per nimbo, che attrae, che ammalia ma che, a lungo fa venir le traveggole.
(Camillo Boito)
Tanto più è imperdonabile la sporcizia della città, che per le sue caratteristiche potrebbe esser tenuta pulita come lo è qualunque città olandese.
(ibidem)
Tutto ciò che mi circonda [a Venezia] è pieno di nobiltà, è l’opera grande e rispettabile d’una forza umana concorde, il monumento magnifico non già d’un sovrano, ma d’un popolo.
(Johann Wolfgang Goethe)
Dire Venezia vuol dire piazza San Marco: anzi, la basilica che, come scriveva Stendhal, è la prima moschea che si incontra andando verso Oriente.
(Enzo Biagi)
Lontana dal mondo e dal tempo, staccata. Immobile e imperitura, Venezia bisogna rispettarla fin dove è possibile. Noli me tangere dice.
(Bruno Barilli)
Le acque del Canal Grande sono, per i palazzi che vi sono riflessi, come uno specchio a cui si affidano senza timore. Uno specchio che sa come nascondere la brutta verità delle rughe mettendo in luce il segreto del trucco più seducente.
(Mieczysław Kozłowski)
Le strade sono piene d’acqua. Prego avvertire.
(Robert Benchley)
Venezia è un pesce. Guardala su una carta geografica. Assomiglia ad una sogliola colossale distesa sul fondo. Come mai questo animale prodigioso ha risalito l’Adriatico ed è venuto a rintanarsi proprio qui? […] Venezia è sempre esistita come la vedi, o quasi. È dalla notte dei tempi che naviga: ha toccato tutti i porti, ha strusciato addosso a tutte le rive […] Sulla cartina geografica il ponte che la collega alla terraferma assomiglia a una lenza: sembra che Venezia abbia abboccato all’amo.
(Tiziano Scarpa)
Com’è triste Venezia se non si ama più / si cercano parole che nessuno dirà / e si vorrebbe piangere e non si può più.
(Charles Aznavour)
La dimora adatta per un poeta. Uno scenario per lo meno messo a punto in modo corretto.
(Ezra Pound)
A Venezia si gira portandosi addosso la propria faccia per ciò che essa è veramente: un luogo pubblico. È una città dove non esiste la privacy. Ci si incontra in continuazione, ci si saluta sette volte al giorno, si continua a parlare allontanandosi, a venti metri uno dall’altro, alzando la voce in mezzo ai passanti.
(Tiziano Scarpa)
Venezia; beltà lusingatrice e ambigua – racconto di fate e insieme trappola per i forestieri.
(Thomas Mann)
A Venezia il lavoro è stretto, la religione è larga.
(Tiziano Scarpa)
Non c’è luogo che non contenga qualche cosa di romantico; ma Venezia, come Oxford, ha conservato lo sfondo per il romanzo; e per chi è veramente romantico lo sfondo è tutto, o quasi tutto.
(Oscar Wilde)
[Venezia] è un’opera d’arte, il capolavoro più grande che la nostra specie abbia prodotto.
(ibidem)
I gondolieri sanno essere magnanimi. A volte invitano per un giro le coppie di innamorati che non hanno soldi. Credono che l’amore altrui porterà fortuna anche a loro.
(Dal web)
Venezia è quel tipo di città dove lo straniero e l’indigeno sanno in anticipo di essere in mostra.
(Iosif Brodskij)
Chi non deve reprimere un brivido fugace, una segreta timidezza e angoscia, quando sale per la prima volta o dopo lunga dissuetudine su una gondola veneziana? La singolare imbarcazione, tramandata tale e quale dai tempi delle ballate e così inusitatamente nera come di tutti gli oggetti di questo mondo sono soltanto le bare, fa pensare a tacite e criminose avventure fra lo sciacquio notturno dei canali, e ancor più alla morte stessa, a feretri, a tenebrose esequie, all’ultimo silenzioso viaggio.
(Thomas Mann)
Venezia che muore, Venezia appoggiata sul mare, la dolce ossessione degli ultimi suoi giorni tristi Venezia la vende ai turisti.
(Francesco Guccini)
Di tutto il diadema di Bisanzio è rimasta una sola perla, ma è la più bella: Venezia.
(Dal web)
Veneziano, largo di bocca, stretto di mano.
(Dal web)
Una città conservata in salamoia.
(Gerolomo Rovetta)
Mi piace assai riandare con la mente a Venezia, a quella grande realtà sorta dal grembo del mare come Pallade dal cervello di Giove.
(Johann Wolfgang von Goethe)
Non c’è traccia di automobile, qui. Il ricco e il povero girano a piedi, senza ostentare questa specie di dichiarazione dei redditi su ruote.
(Tiziano Scarpa)
Il pizzo verticale delle facciate veneziane è il più bel disegno che il tempo-alias-acqua abbia lasciato sulla terraferma, in qualsiasi parte del globo. […] È come se lo spazio, consapevole – qui più che in qualsiasi altro luogo – della propria inferiorità rispetto al tempo, gli rispondesse con l’unica proprietà che il tempo non possiede: con la bellezza. Ed ecco perché l’acqua prende questa risposta, la torce, la ritorce, la percuote, la sbriciola, ma alla fine la porta pressoché intatta verso il largo, nell’Adriatico.
(Iosif Brodskij)
Venezia è una città incompatibile con il moderno.
(Massimo Cacciari)
Venezia la bella, e Padova sua sorella.
(Proverbio)
La pittura Veneziana è essenzialmente colore.
(Eugenio Da Venezia)
La padrona del mondo, così chiamavano Venezia. Per alcuni è una Venere, per altri una Gioconda.
(Dal web)
La laguna è opera antica della natura. Dapprima la marea, il riflusso e la terra in azione reciproca, quindi il progressivo abbassamento delle acque preistoriche, fecero sì che all’estremità superiore dell’Adriatico si formasse una considerevole zona paludosa, che, dopo esser stata sommersa dall’alta marea, viene parzialmente lasciata libera dal riflusso. L’arte umana s’impadronì dei punti più eminenti, e così nacque Venezia, collegando in sé cento isole, circondata da cento altre.
(Johann Wolfgang Goethe)
Si è sempre dato per scontato che Venezia è la città ideale per una luna di miele, ma è un grave errore. Vivere a Venezia, o semplicemente visitarla, significa innamorarsene e nel cuore non resta più posto per altro.
(Dal web)
Roma caput mundi Venezia secundi.
(Dal web)
Pane padovano, vino vicentino, trippe trevisane e donne veneziane.
(Proverbio)
Dite: Com’è triste Venezia! Si vede che non avete mai visto Monfalcone.
(Dario Fo)
Ci sono giorni in cui le onde dell’Adriatico incanutito per la nostalgia irrompono dentro Venezia gridando: “Sei mia!”
(Mieczysław Kozłowski)
Attraversando il ponte di Rialto si prova solo metà dell’esperienza che dà una gita in gondola sotto le sue volte.
(Dal web)
[Venezia] è il posto più romantico del mondo – ma ancora meglio quando non c’è nessuno.
(Woody Allen)
Venezia non è che un ninnolo, un vecchio ninnolo d’arte affascinante, povero, rovinato, ma fiero d’una bella fierezza di gloria antica.
(Guy de Maupassant)
Firenze è una città per sposi; Venezia, per amanti; Torino, per i vecchi coniugi che non hanno più nulla da dirsi.
(Pitigrilli)
Andare in giro per calli e campi, senza un itinerario prestabilito, è forse il più bel piacere che a Venezia uno possa prendersi.
Beati i poveri di topografia, beati quelli che non sanno quel che si fanno, ossia dove vanno, perché a loro è serbato il regno di tutte le sorprese, di tutte le scoperte straordinarie. Infilare una calletta, cacciarsi nella gola nera di un sottoportico, sbucare in una corte che pare un culdísacco, trovarvi il pertugio di un’altra calletta, uscire da quel dedalo soffocato in un campo arioso, luminoso, pieno di gente, oppure sulle soglie di un palazzone principesco, oppure su una fondamenta aperta al sole e al vento, oppure su un rio largo, popolato di barche e barconi: questo è un girare nell’inaspettato, nell’impreveduto, e quasi nell’inverosimile, che può ricordarci addirittura le nostre stupende e stupite scorribande per il chimerico paese di Fanciullezza.
(Diego Valeri)
Venezia, metà donna, metà pesce, è una sirena che si disfà di una palude dell’Adriatico.
(Jean Cocteau)
È una città che dà una sensazione incredibile e strana allo stesso tempo, non so davvero perché. Ma mi piace moltissimo.
(Shannyn Sossamon)
Venezia, in tutta la sua storia, è stata un coacervo di popolazioni, esempio per secoli di un multiculturalismo ante litteram.
(Umberto Galimberti)
In nessun’altra città come a Venezia, ho trovato una tale unità della vita odierna con la vita che ci parla dalle opere d’arte della sua età aurea e nella quale sole e mare sono più essenziali di tutta la storia.
(Hermann Hesse)
Grazie a Dio sono qui! È il paradiso delle città, e una luna sufficiente a fare impazzire metà dei savî della terra batte con i suoi puri sprazzi di luce sull’acqua grigia davanti alla finestra; e io sono più felice di quanto sia mai stato in questi cinque anni — felice davvero — felice come in tutta probabilità non sarò mai più in vita mia. Mi sento fresco e giovane quando il mio piede posa su queste calli, e i contorni di San Marco mi entusiasmano (….) Grazie a Dio sono qui!
(John Ruskin)
Un miracolo che non è fatto per i dormiglioni: l’aurora che sorge dalla spuma del mare, formosa come la divina Venere.
(Mieczysław Kozłowski)
A volte sulla riva di San Marco giungono velieri che recano nelle loro vele i venti di altri mondi.
(Mieczysław Kozłowski)
Se dovessi cercare una parola che sostituisce “musica” potrei pensare soltanto a Venezia.
(Friedrich Nietzsche)
Com’è triste a Venezia di sera la laguna / se si cerca una mano che non si trova più / si fa dell’ironia davanti a quella luna / che un dì ti ha vista mia e non ti vede più.
(Charles Aznavour)
[Venezia] dispensa ai bipedi in arrivo la nozione di una superiorità estetica, una nozione che manca nelle loro tane d’origine, nel loro ambiente abituale.
(Iosif Brodskij)
Coloro che hanno visto Venezia ma non sono stati al Palazzo Ducale, hanno visto uno spettacolo ma non sono stati dentro il teatro.
(Dal web)
Cento profonde solitudini formano insieme la città di Venezia – questo è il suo incanto. Un’immagine per gli uomini del futuro.
(Friedrich Nietzsche)
Il Canal Grande, con le sue svolte serpentine, non la cede in bellezza ad alcuna strada del mondo, né vi è spazio che regga il confronto con quello antistante piazza San Marco.
(Johann Wolfgang Goethe)
L’amore presta il suo nome a un infinito numero di relazioni che gli si attribuiscono, e nelle quali non ha maggior parte di quanta ne abbia il Doge in ciò che accade a Venezia.
(François de La Rochefoucauld)
Sognava l’Italia, e in particolare Venezia. Aveva visto una volta Venezia e il Ponte dei Sospiri, e quando pronunciava la parola sospiri lo faceva a voce così alta e insistente che si capiva come si struggesse per l’Italia.
(Bruce Chatwin)
Venezia è una testuggine: il suo guscio di pietra è fatto di macigni di trachiti (maségni in veneziano) che lastricano le strade. E’ tutta pietra che viene da fuori: come ha scritto Paolo Barbaro, quasi tutto ciò che vedi a Venezia viene da qualche altra parte, è stato importato o trafficato, se non razziato.
(Tiziano Scarpa)
Venezia! Esiste una città più ammirata, più celebrata, più cantata dai poeti, più desiderata dagli innamorati, più visitata e più illustre? Venezia! Esiste un nome nelle lingue umane che abbia fatto sognare più di questo?
(Guy de Maupassant)
La gondola nera, slanciata, e il modo in cui si muove, lieve, senza rumore alcuno, ha qualcosa di strano, una bellezza da sogno, ed è parte integrante della città dell’ozio, dell’amore e della musica.
(Hermann Hesse)
Venezia non può esser paragonata che a sé stessa.
(Ibidem)
Venezia: la città magica dove la gente viene a cercare quelle cose che non trova in alcun posto.
(Dal web)
Dove stai andando? Butta via la cartina! Perché vuoi sapere a tutti i costi dove ti trovi in questo momento? D’accordo: in tutte le città, nei centri commerciali, alle fermate degli autobus o della metropolitana, sei abituata a farti prendere per mano dalla segnaletica; c’è quasi sempre un cartello con un punto colorato, una freccia sulla mappa che ti informa chiassosamente: “Voi siete qui”. Anche a Venezia, basta che alzi gli occhi e vedrai molti cartelli gialli, con le frecce che ti dicono: devi andare per di là, non confonderti, Alla ferrovia, Per san Marco, All’Accademia. Lasciali perdere, snobbali pure. Perché vuoi combattere contro il labirinto? Assecondalo, per una volta. Non preoccuparti, lascia che sia la strada a decidere da sola il tuo percorso, e non il percorso a farti scegliere le strade. Impara a vagare, a vagabondare. Disorientati. Bighellona.
(Tiziano Scarpa)
Vi sono Atlantidi dai molti volti. Ma solo una di essi porta la maschera di Venezia.
(Mieczysław Kozłowski)
C’è l’apprensione crescente – per non chiamarla paura – che per [Venezia] possa essere in serbo il destino di Atlantide. La paura non è infondata, se non altro perché la città è talmente unica da rappresentare di per sé tutta una civiltà.
(Joseph Brodsky)
Il dramma di Venezia non è soltanto nei marmi che si sfarinano, nei mosaici che si screpolano, nei dipinti che sbiadiscono, insomma nel patrimonio artistico e culturale che si spappola. La degradazione coinvolge tutto il suo tessuto urbano. Essa mette in fuga gli abitanti. E la fuga degli abitanti accelera il ritmo della degradazione. Un giro vizioso.
(Indro Montanelli)
Venezia è come mangiare tutta in una volta una scatola di cioccolatini al liquore.
(Truman Capote)
Venezia soffre soprattutto delle conseguenze di una cultura che tende ad estrapolarla, a farne qualcosa che non appartiene più alla vita, ma soltanto ai sogni dei poeti (dei cattivi poeti, tuttavia, giacché i poeti veri hanno, e come!, il senso del rapporto tra l’arte e la vita).
(Giorgio Bassani)
A Venezia si ritorna perché offre l’amore. Ma non perdona il tradimento.
(Mieczysław Kozłowski)
Murano, questa Venezia in piccolo.
(ibidem)
Venezia! Questa parola da sola sembra far scoppiare nell’anima un’esaltazione, eccita tutto ciò che vi è di poetico in noi, scatena tutte le nostre facoltà di ammirazione. E quando arriviamo in questa città inusitata, la contempliamo immancabilmente con occhi prevenuti e rapiti, la guardiamo coi nostri sogni.
(Guy de Maupassant)
Venezia (…) giace ancora dinanzi ai nostri sguardi come era nel periodo finale della sua decadenza: un fantasma sulle sabbie del mare, così debole, così silenziosa, così spoglia di tutto all’infuori della sua bellezza, che qualche volta quando ammiriamo il suo languido riflesso nella laguna, rimaniamo incerti quale sia la Città e quale l’ombra.
(John Ruskin)
Venezia è una città che va a piedi. Un’abitudine mentale fa credere che i veneziani si muovano soprattutto in barca. Invece il mezzo di locomozione più usato è il più umano, le gambe.
(Guido Piovene)
Venezia non affonderà finché l’acqua alta sfiorerà l’orlo del suo abito, senza osare salire fino alle ginocchia.
(Dal web)