Aforista, poetessa e scrittrice dei Navigli, Alda Merini, classe 1931 nata a Milano ed ivi deceduta nel 2009. Di famiglia modesta, il padre era dipendente un’assicurazione e la madre casalinga, Alda era secondogenita di tre figli, che la scrittrice menziona nelle sue celebri poesie; della sua infanzia si conosce quel poco che la stessa Merini riporta in brevi note autobiografiche nelle seconda edizione dell’Antologia dello Spagnoletti: “ragazza sensibile e dal carattere malinconico, piuttosto isolata e poco compresa dai suoi genitori ma molto brava ai corsi elementari: … perché lo studio fu sempre una mia parte vitale“.

Dopo aver terminato le scuole elementari con voti molto alti, frequenta i tre anni di avviamento tentando di essere ammessa al Liceo Manzoni, ma non riesce in quanto non supera la prova di italiano. Nonostante ciò, la Merini non si perde d’animo ed esordisce come autrice giovanissima, a soli quindici anni, sotto la guida di Giacinto Spagnoletti e sarà proprio lui nel 1950 a pubblicarla nell’Antologia della poesia italiana contemporanea 1909-1949, con le celebri liriche Il gobbo e Luce del 1949, dedicata a Giacinto Spagnoletti. Su suggerimento di Eugenio Montale, vengono pubblicate due poesie inedite dell’autrice in Poetesse del Novecento. Nel 1953 anno esce il primo volume intitolato La presenza di Orfeo e, dopo due anni esce la seconda raccolta di versi intitolata Paura di Dio, alla quale fa seguito Nozze romane e La pazza della porta accanto. Da questo momento si alterneranno periodi di salute e malattia, probabilmente dovuti al disturbo bipolare, riprendendo l’attività di scrittura negli anni 1986-87. Sono questi gli anni fecondi dal punto di vista letterario e di conquista di una certa serenità.

Dio mio, spiegami amore come si fa ad amare la carne senza baciarne l’anima.
(Alda Merini)

Mi sveglio sempre in forma e mi deformo attraverso gli altri.
(Alda Merini)

La miglior vendetta? La felicità. Non c’è niente che faccia più impazzire la gente che vederti felice.
(Alda Merini)

Io la vita l’ho goduta perché mi piace anche l’inferno della vita e la vita è spesso un inferno. Per me la vita è stata bella perché l’ho pagata cara.
(Alda Merini)

Il genio muore per se stesso e chiede d’esser sepolto entro memorie deboli.
(Alda Merini)

Amo i colori, tempi di un anelito inquieto, irrisolvibile, vitale, spiegazione umilissima e sovrana dei cosmici “perché” del mio respiro.
(Alda Merini)

Nessuno mi pettina bene come il vento.
(Alda Merini)

Io trovo i miei versi intingendo il calamaio nel cielo.
(Alda Merini)

Nessun uomo può dire di non essere stato crocifisso almeno una volta a quel ramo di ulivo che è la donna.
(Alda Merini)

Il mio letto è una zattera che corre verso il divino.
(Alda Merini)

Le persone capitano per caso nella nostra vita, ma non a caso. Spesso ci riempiono la vita di insegnamenti. A volte ci fanno volare in alto, altre ci schiantano a terra insegnandoci il dolore… donandoci tutto, portandosi via il tutto, lasciandoci niente…
(Alda Merini)

Il grado di libertà di un uomo si misura dall’intensità dai suoi sogni.
(Alda Merini)

Forse il manicomio esiste per questo. Perchè il vero peccato mortale per gli uomini è la libertà.
(Alda Merini)

Se le donne sono frivole è perché sono intelligenti a oltranza.
(Alda Merini)

L’aforisma è il sogno di una vendetta sottile. L’aforisma è genio e vendetta e anche una sottile resa alla realtà biblica. Chi fa aforismi muore saturo di memorie e di sogni ma pur sempre non vincente né davanti a Dio né davanti a se stesso né davanti al suo puro demonio.
(Alda Merini)

Ho la sensazione di durare troppo, di non riuscire a spegnermi: come tutti i vecchi le mie radici stentano a mollare la terra. Ma del resto dico spesso a tutti che quella croce senza giustizia che è stato il mio manicomio non ha fatto che rivelarmi la grande potenza della vita.
(Alda Merini)

Si uccide per sete di denaro, o per senso di colpa, comunque si uccide sempre. Si uccide anche con le carezze.
(Alda Merini)

Quelle come me guardano avanti, anche se il cuore rimane sempre qualche passo indietro.
(Alda Merini)

Ringrazio sempre chi mi dà ragione.
(Alda Merini)

Ogni male ha il suo colpo di ritorno.
(Alda Merini)

Dio ci regala il sonno per vincerci il giorno dopo.
(Alda Merini)

La verità è sempre quella, la cattiveria degli uomini che ti abbassa e ti costruisce un santuario di odio dietro la porta socchiusa. Ma l’amore della povera gente brilla più di una qualsiasi filosofia. Un povero ti dà tutto e non ti rinfaccia mai la tua vigliaccheria.
(Alda Merini)

Le mosche non riposano mai perché la merda è davvero tanta.
(Alda Merini)

Mi piace la gente che sa ascoltare il vento sulla propria pelle, sentire gli odori delle cose, catturarne l’anima. Quelli che hanno la carne a contatto con la carne del mondo. Perché lì c’è verità, lì c’è dolcezza, lì c’è sensibilità, lì c’è ancora amore.
(Alda Merini)

Gli aforismi sono gli incantesimi della notte.
(Alda Merini)

Ci si abbraccia per ritrovarsi interi.
(Alda Merini)

I figli si partoriscono ogni giorno.
(Alda Merini)

Rifiuterò sempre il Nobel perché in Svezia fa freddo.
(Alda Merini)

Le più belle poesie si scrivono sopra le pietre coi ginocchi piagati e le menti aguzzate dal mistero.
(Alda Merini)

Non sono bella sono soltanto erotica.
(Alda Merini)

I poeti lavorano di notte
quando il tempo non urge su di loro,
quando tace il rumore della folla
e termina il linciaggio delle ore.
I poeti lavorano nel buio
come falchi notturni od usignoli
dal dolcissimo canto
e temono di offendere Iddio.
Ma i poeti, nel loro silenzio
fanno ben più rumore
di una dorata cupola di stelle.
(Alda Merini)

Il vero amore non ha peli.
(Alda Merini)

Non cercate di prendere i poeti perché vi scapperanno tra le dita.
(Alda Merini)

Vorrei parlarti del freddo del cuore, del mio cuore di radice ferita.
(Alda Merini)

Illumino spesso gli altri ma io rimango sempre al buio.
(Alda Merini)

Gli emarginati hanno il fiato dolce.
(Alda Merini)

La corda più silenziosa è quella dei versi.
(Alda Merini)

Ero matta in mezzo ai matti. I matti erano matti nel profondo, alcuni molto intelligenti. Sono nate lì le mie più belle amicizie. I matti son simpatici, non come i dementi, che sono tutti fuori, nel mondo. I dementi li ho incontrati dopo, quando sono uscita!
(Alda Merini)

Sei la finestra a volte verso cui indirizzo parole di notte, quando mi splende il cuore.
(Alda Merini)

Si va in manicomio per imparare a morire.
(Alda Merini)

La pazzia mi visita almeno due volte al giorno.
(Alda Merini)

La pistola che ho puntato alla tempia si chiama Poesia.
(Alda Merini)

Non cercate di prendere i poeti perché vi scapperanno tra le dita.
(Alda Merini)

Tutti gli innamorati sono in Cristo.
(Alda Merini)

Io vorrei essere aiutata ma non a capire. Perché ho capito fin troppo.
(Alda Merini)

È necessario che una donna lasci un segno di sé, della propria anima, ad un uomo perché, a fare l’amore siamo brave tutte!
(Alda Merini)

Anche la follia merita i suoi applausi.
(Alda Merini)

Chi si nasconde nella tenerezza non conosce il fuoco della passione.
(Alda Merini)

Io amo perché il mio corpo è sempre in evoluzione.
(Alda Merini)

La lobotomia è il tocco finale di un grande parrucchiere.
(Alda Merini)

Appartenere a qualcuno significa entrare con la propria idea nell’idea di lui o di lei e farne un sospiro di felicità.
(Alda Merini)

O poesia, non venirmi addosso
sei come una montagna pesante,
mi schiacci come un moscerino;
poesia, non schiacciarmi
l’insetto è alacre e insonne,
scalpita dentro la rete,
poesia, ho tanta paura,
non saltarmi addosso, ti prego.
(Alda Merini)

Un povero ti dà tutto e non ti rinfaccia mai la tua vigliaccheria.
(Alda Merini)

C’è un posto nel mondo dove il cuore batte forte, dove rimani senza fiato per quanta emozione provi; dove il tempo si ferma e non hai più l’età. Quel posto è tra le tue braccia in cui non invecchia il cuore, mentre la mente non smette mai di sognare.
(Alda Merini)

Il dolore non è altro che la sorpresa di non conoscerci.
(Alda Merini)

Il poeta non dorme mai ma in compenso muore spesso.
(Alda Merini)

Amarti è stato come conficcare una stella nel vetro di una finestra.
(Alda Merini)

Non posso farmi santa perché ho sempre in mano l’arma del desiderio.
(Alda Merini)

I miei amori sono di tipo randagio.
(Alda Merini)

La nudità mi rinfresca l’anima.
(Alda Merini)

Quelle come me sono quelle che, nell’autunno della tua vita, rimpiangerai per tutto ciò che avrebbero potuto darti e che tu non hai voluto.
(Alda Merini)

Domandano tutti come si fa a scrivere un libro: si va vicino a Dio e gli si dice: feconda la mia mente, mettiti nel mio cuore e portami via dagli altri, rapiscimi.
(Alda Merini)

Tutti gli innamorati sono in Cristo.
(Alda Merini)

Amare un giovane è come sfidare Dio.
(Alda Merini)

Ci sono adolescenze che si innescano a novanta anni.
(Alda Merini)

Le ali degli angeli raffreddano i poeti.
(Alda Merini)

La superficialità mi inquieta ma il profondo mi uccide.
(Alda Merini)

Ho il colon ustionato di versi.
(Alda Merini)

E se diventi farfalla nessuno pensa più a ciò che è stato quando strisciavi per terra e non volevi le ali.
(Alda Merini)

Il paradiso non mi piace perché verosimilmente non ha ossessioni.
(Alda Merini)

Chi regala le ore agli altri vive in eterno.
(Alda Merini)

Il fallo maschile mi fa solo pensare a quante rinunce mi ha fatto fare la vita.
(Alda Merini)

Il peccato non si rifiuta mai.
(Alda Merini)

Chi tace spaventa.
(Alda Merini)

I colori maturano la notte.
(Alda Merini)

Beati coloro che si baceranno sempre al di là delle labbra, varcando il confine del piacere, per cibarsi dei sogni.
(Alda Merini)

L’imperativo categorico del poeta è di morire prima di cominciare a esistere.
(Alda Merini)

Accarezzami, amore
ma come il sole
che tocca la dolce fronte della luna.
Non venirmi a molestare anche tu
con quelle sciocche ricerche
sulle tracce del divino.
Dio arriverà all’alba
se io sarò tra le tue braccia.
(Alda Merini)

Sono una piccola ape furibonda.
(Alda Merini)

A me piacciono gli anfratti bui
delle osterie dormienti,
dove la gente culmina nell’eccesso del canto,
a me piacciono le cose bestemmiate e leggere,
e i calici di vino profondi,
dove la mente esulta,
livello di magico pensiero.
(Alda Merini)

Il vero poeta non deve avere parenti.
(Alda Merini)

Nessuno rinuncia al proprio destino anche se è fatto di sole pietre.
(Alda Merini)

Io trovo i miei versi intingendo il calamaio nel cielo.
(Alda Merini)

C’è chi si masturba per non perdere l’orientamento.
(Alda Merini)

Ho solo bisogno di silenzio, tanto ho parlato troppo è arrivato il tempo di tacere, di raccogliere i pensieri allegri, tristi, dolci, amari, ce ne sono tanti dentro ognuno di noi. Gli amici veri, pochi, uno? Sanno ascoltare anche il silenzio, sanno aspettare, capire. Chi di parole da me ne ha avute tante e non ne vuole più, ha bisogno, come me, di silenzio.
(Alda Merini)

Il sogno canta su una corda sola.
(Alda Merini)

La nevrosi è qualche cosa di circoscritto al pube.
(Alda Merini)

Non sono una donna addomesticabile.
(Alda Merini)

Niente è più necessario di ciò che non serve.
(Alda Merini)

Se Dio mi assolve, lo fa sempre per insufficienza di prove.
(Alda Merini)

I poeti non si redimono, vanno lasciati volare tra gli alberi come usignoli pronti a morire.
(Alda Merini)

Se avete molto caldo prendete un ramoscello di follia e piantatevelo negli occhi.
(Alda Merini)

La semplicità a volte è il sintomo di una interna avarizia.
(Alda Merini)

Quando la bugia sembra vera nasce la calunnia.
(Alda Merini)

La menopausa è il periodo dorato dell’amore.
(Alda Merini)

La casa della poesia non avrà mai porte.
(Alda Merini)

La depressione è un discorso puro sulla creatività.
(Alda Merini)

Non mettetemi accanto a chi si lamenta
senza mai alzare lo sguardo,
a chi non sa dire grazie,
a chi non sa accorgersi più di un tramonto.
Chiudo gli occhi, mi scosto di un passo.
Sono altro.
Sono altrove.
(Alda Merini)

La gente quando non capisce inventa e questo è molto pericoloso.
(Alda Merini)

Non ho più notizie di me da tanto tempo.
(Alda Merini)