Milano è una città controversa che suscita pareri molto discordi. C’è chi la ama e chi proprio non la può sopportare. Molto dipende da cosa si cerca, da quali sono le proprie ambizioni e da che stile di vita si vuole avere. Milano è una grande città caotica, dove tutto scorre veloce e i ritmi sono frenetici. È una sorta di New York italiana dove si possono realizzare i propri sogni di grandezza. No c’è posto migliore dove fare carriera, è il polo economico di tutta la nazione. Basta camminare per le strade per vedere la grandezza dei sui negozi e del suo stile di vita. Per chi, però, ricerca dell’altro può trasformarsi in un vero e proprio incubo. A Milano non c’è verde, non ci sono prati, la natura scarseggia e tutto può apparire “pericoloso”. Un bambino non è libero di sporcarsi le mani nella terra, di andare in bicicletta senza essere accuratamente controllato. Tutte le piccole scoperte che si possono fare in un paese più piccolo vengono a mancare, non esiste quel clima rilassato tipico dei paesini dove tutti conoscono tutti e si può gironzolare liberi. Insomma, è un po’ la “rivalità” chi divide chi decide di vivere in una grande città da chi decide di stare in un piccolo centro. Comunque, che vi piaccia oppure no, abbiamo selezionato per voi 100 aforismi su Milano tra i migliori presenti su internet.

I milanesi sono produttivi, con una profonda visione etica del lavoro, un forte senso della giustizia sociale, della trasmissione del benessere alle generazioni future e con un rispetto totale della civiltà, dei diritti, della tolleranza e della solidarietà.
(Umberto Veronesi)

Milano […] rimane pur sempre l’unica metropoli internazionale d’Italia.
(Philippe Daverio)

Solo a Milano fate il benvenuto e l’addio nella stessa cena. Per risparmiare tempo!
(Benvenuti al nord)

Una cosa mi dispiace se quelli della Lega Lombarda vincono le elezioni: che Milan-Napoli si potrà vedere solo in Coppa Uefa.
(Gianni Palladino)

Non è vero che sono brutta. Non è vero che sopra di me c’è sempre la nebbia. Non è vero che sono fredda e penso solo ai soldi. [..] Per chi mi avete preso? Io sono Milano. E sono una bella signora.
(Raffaella Rietmann e Michele Tranquillini)

Milano non è una bella città. Perché non è curata, è caotica, non ha armonia. E pensare che era bellissima, una delle più belle città d’Italia. [«Quando è diventata “brutta”?»] Dagli anni ’30 del 900. La bruttezza è frutto di un misto di grettezza e avidità. È l’avidità che ha fatto coprire i Navigli, demolire le mura spagnole, sfasciare le periferie. Milano è stata ed è terra di scorrerie per gli avidi, che messi insieme non producono niente di bello.
(Philippe Daverio)

Ho fatto un sogno all’incontrario in cui a Milano c’era una giunta di sinistra vera. Gli assessori facevano gli assessori, i geometri facevano i geometri e i ladri facevano i ladri. Non come adesso in cui gli assessori fanno i ladri, i geometri fanno i ladri e i ladri che non sanno più che cazzo fare perché fanno tutto i geometri e gli assessori!
(Paolo Rossi)

Inverno a Milano.
Vedete là nel cielo, in quel piccolo sole
d’inverno tra le nebbie, un ricordo del sole?
Come la luna guarda e si lascia guardare.
Milano a mezzogiorno è già crepuscolare.
E gli alberi anneriti in quel freddo d’argento
hanno rami gentili, a tratti passa il vento,
un vento senza voce, a poco a poco imbruna.
Solo il piccolo sole come una grande luna.
Così il Duomo fiorito di grigio e di lichene
appare nelle nebbie delle notti serene.
(Alfonso Gatto)

Se a Milano non hai da fare o non lavori, ti senti in colpa. Anche se dormi un po’ di più al mattino, sembri un delinquente. A mio marito, se avesse abitato a Milano, avrebbero dato l’ergastolo.
(Viviana Porro)

Stringo il culo con mille cazzi intorno: | questo è il clima a Milano, sembra il set di un film porno.(Fabri Fibra).

Sul marciapiede era ormai un misto di schifo e lastre di ghiaccio. Erano ventiquattro ore che non nevicava più ma il cielo prometteva bufere scandinave.
La città non riposava, comunque. Ubriachi di spirito controriformistico i milanesi sfidavano gli dei continuando ad andare al lavoro come fosse una qualsiasi giornata di primavera.
(Gianni Biondillo)

Sono russa, ma vivendo qui ho capito appieno la milanesità fatta di gentilezze silenziose e concrete. C’è una gran voglia di aiutare gli altri. Parlo in base alle mie esperienze. A Parigi o a Londra quando chiedi fanno finta di non capirti.
(Natasha Stefanenko)

Milano di oggi non è certo un luogo dove si sostiene la cultura. E neanche il resto, date le condizioni di degrado ambientale in cui versa. Peccato, meriterebbe ben di più.
(Claudio Abbado)

Un minuto prima di morire divento milanista. Così almeno schiatta uno di loro.
(Anonimo interista)

Per capire Milano bisogna tuffarvisi dentro. Tuffarvisi, non guardarla come un’opera d’arte.
(Guido Piovene)

Milano, ormai è chiaro, è il mio Canada il paese straniero dove vorrei andare illudendomi forse di evadere le grane italiane. Bisognerebbe andarsene dall’Italia.
(Michele Valori)

Milano da bere, Milano da pere, amori interinali, poliziotti di quartiere.
(Le luci della centrale elettrica)

Milano è il prodotto fascinoso delle sue imperfezioni e la somma aritmetica di angoli d’altre città. Raramente le ha imitate, gli somiglia per caso. Milano è Madrid in piazzale Loreto, è Lisbona nelle strade a scacchiera dietro viale Piave, è Varsavia a Crescenzago e Bucarest in fondo a via Mecenate. È Londra in via Elba e in via Lorenteggio, dov’è identica a Shepherd’s Bush. È Beirut in piazza Sant’Ambrogio: solo laggiù (forse) penserebbero di scavare un parcheggio da 350 posti davanti a una basilica del Quarto secolo, e lasciarlo a metà.
(Beppe Severgnini)

A parte qualche anziano tassista, chi lo parla più il dialetto, a Milano?
(Guido Rossi)

Milano sta vivendo un momento di oscurantismo, ma ne verrà fuori. Ci impiega poco a tornare grande: deve solo liberarsi dei politici che non capiscono la cultura ambrosiana o che l’hanno ripudiata.
(Antonio Mazzi)

Milano rinasce ogni mattina, pulsa come un cuore.
Milano è positiva, ottimista, efficiente.
Milano è da vivere, sognare e godere.
Milano da bere.
(Celebre slogan pubblicitario ideato nel 1985 per la campagna dell’Amaro Ramazzotti. L’espressione “Milano da bere” fu usata in ambito giornalistico per definire la Milano rampante e alla moda degli anni 80)

Renzo, salito per un di que’ valichi sul terreno più elevato vide quella gran macchina del Duomo sola sul piano, come se, non di mezzo a una città ma sorgesse in un deserto; e si fermò su due piedi, dimenticando tutti i suoi guai, a contemplare anche da lontano quell’ottava meraviglia di cui aveva tanto sentito parlare fin da bambino
(Alessandro Manzoni, I promessi sposi)

Eppure questa gran massa di peso appare, al dolce chiaro di luna, come un incantevole e fiabesco cristallo di ghiaccio che potrebbe svanire in un istante. Al centro, la guglia maggiore torreggia orgogliosa, come l’albero maestro di un grande vascello in mezzo ad una flotta di battelli costieri.
(Mark Twain a proposito del Duomo di Milano)

A Milano spalancano le finestre per cambiare aria alla città.
(Pino Caruso)

Una volta girovagavo nei desolati quartieri periferici e vagabondavo lungo i terrapieni delle ferrovie, affascinato dal pittoresco romantico di Porta Ticinese, dei canali. Adesso c’è la metropoli dei grattacieli, la city un po’ avveniristica, un po’ provinciale: un misto tra il risotto e l’acciaio, che mi diverte.
(Alberto Lattuada)

Ragazzine in gita a Milano snobbano il Duomo e fotografano le vetrine di Louis Vuitton. Ce la meritiamo tutta, la crisi della cultura.
(Ermanno Ferretti)

Bonvesin de la Riva ci ha consegnato un’opera fondamentale per farci un’idea di come vedesse Milano un erudito di ottocento anni fa: il De magnalibus Mediolani (Le meraviglie di Milano). Milano, ci racconta Bonvesin de la Riva, è una città meravigliosa, ma i milanesi (già allora) hanno troppa fretta e non se ne accorgono. Milano è la città più bella d’Italia. È come il Sole tra i corpi celesti. Secondo Bonvesin, questo dimostra che il papa dovrebbe stare a Milano, e non a Roma, perché Milano è più importante di Roma.
Roma è un grande pianeta.
Milano è una stella.
La più grande.
(Aldo Nove)

Fra le tue pietre e le tue nebbie faccio
villeggiatura. Mi riposo in Piazza
del Duomo. Invece di stelle
ogni sera si accendono parole.
Nulla riposa della vita come
la vita.
(Umberto Saba)

Milano. Il Duomo gocciola verso l’alto.
(Marcello Marchesi)

Disse il sindaco in campagna elettorale: «Milano è la città più europea del mondo. Neanche New York è così europea come Milano!»
(Claudio Bisio)

La pioggia a Milano ha un effetto quasi magico sul traffico: non funziona più nulla.
(Sandrone Dazieri)

Che solitudine in questa affollata città rombante!
(Clemente Rebora)

La delicatezza nella grandiosità ed il suo biancore gli conferiscono l’aspetto di un ghiacciaio con mille punte, oppure di una gigantesca concrezione di stalattiti; si fa fatica a credere che esso sia un’opera eseguita da mano umana.
(Theophile Gautier, A proposito del Duomo di Milano)

De Milan ghe n’è doma vun – Di Milano ce n’è solo uno.
(Proverbio milanese)

Milano è una città piatta. Le sue uniche colline sono artificiali, come il Monte Stella, la “montagnetta di San Siro” creata con le macerie di guerra, o i terrapieni dei ponti ferroviari. In teoria, lo sguardo dovrebbe riuscire a spingersi fino a molti chilometri di distanza, ma altre caratteristiche di Milano vi si oppongono: la nebbia d’inverno, la foschia e l’afa d’estate. Lo spettacolare arco delle Alpi a nord e a ovest di Milano dovrebbe essere il suo orizzonte abituale, ma in realtà le montagne “appaiono” solo qualche volta all’anno. Milano è intimamente legata, nell’immaginario collettivo, al suo clima: la cappa soffocante nei mesi estivi e la nebbia d’inverno. Si dice che un vero milanese nasca “con la nebbia nei polmoni”. Spesso, Milano è letteralmente invisibile, una città in bianco e nero dove pochi, occasionali colori riescono a farsi notare: le diverse sfumature di rosa del Duomo, gli azzurri brillanti dei cieli primaverili. La si ricorda soprattutto come una città grigia, come le sue periferie. Milano viene universalmente considerata una città brutta: la sua bellezza è nascosta, privata, si cela dietro ai portoni sbarrati, negli interni dei cortili, nelle “poche piazze discrete”.
(John Foot)

Milano è una corsia di un ospedale.
(Calcutta)

Adesso che siamo a Milano finalmente, vogliamo andare a vedere questo famoso Colosseo?
(Dal film Totò, Peppino e la malafemmina)

O mia bela Madunina che te brillet de lontan
tuta d’ora e piscinina, ti te dominet Milan
sota a ti se viv la vita, se sta mai coi man in man
canten tucc “lontan de Napoli se moeur”
ma po’ i vegnen chi a Milan

Si vegni senza paura, num ve songaremm la man
tucc el mond a l’è paes e semm d’accord
ma Milan, l’è on gran Milan!Oh mia bella Madonnina che splendi da lontano
tutta d’oro e piccolina, tu domini Milano
sotto di te si vive la vita, non si sta mai con le mani in mano
cantano tutti “lontano da Napoli si muore”
ma poi vengono tutti qui a Milano

Venite senza paura, noi vi tenderemo la mano
tutto il mondo è paese e siamo d’accordo
ma Milano, è la grande Milano!
(Oh mia bela Madunina, canzone composta da Giovanni D’Anzi nel 1934, in onore della Madonnina, la statua d’oro posta in cima al Duomo di Milano)

La città aveva una struttura concentrica. C’erano cioè cinque circonvallazioni che si stringevano a mano a mano che si avvicinavano al centro. In più le strade principali tagliavano gli anelli delle circonvallazioni dalla periferia verso il centro trasformando Milano in una specie di torta suddivisa in tante fette. Fette di torta… Già questo chiarisce molte cose sul nostro destino.
(Paolo Rossi)

Vorrei che Milano tornasse la città insorta del 1848, piena di virgulti e voglia di cambiamento, una Milano dove l’interesse privato e particolare venisse messo da parte per fare spazio al bene comune.
(Antonio Scurati)

A Milano 3 ci sono zanzare così grosse che quando c’è la nebbia le fanno atterrare alla Malpensa.
(Gene Gnocchi)

Sotto un raggio di sole compari tu, Madonnina benedetta del nostro Duomo! Tu che sei la mamma di tutti noi!
Duomo chi ti ha fatto? Da quanti anni contempli le sciocchezza degli uomini? Ti ricordi Napoleone, che ti ruppe le vetrate con i mortai?
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, è il nostro Duomo, è la chiesa dei nostri vecchi, è la casa di Milano
(Emilio De Marchi)

Hanno fatto Milano 2, Milano 3, fra qualche anno arriveranno a fare Milano 15: un’oasi di verde a soli 5 minuti dal centro di Pescara.
(Paolo Rossi)

Milano è la miniatura esatta di una gran città; ha in piccole proporzioni tutto ciò che è proprio delle grandi capitali.
(Iginio Ugo Tarchetti)

Milano non piace quasi a nessuno di quelli che ci vivono. Non amano il ritmo che li spinge sempre di corsa. Hanno problemi di stomaco per i panini alla piastra e i piattini di verdura. Non sopportano la puzza di piscio dei sottopassaggi, l’odore del vomito dei tossici, il lastricato di preservativi nelle viuzze, la moquette di cacche di cane. Sognano il verde e trovano solo qualche albero morente e i parchi strapieni di polizia pronta a dirti che non sta bene sedersi sulla poca erba a farti i cavoli tuoi. Sono disorientati dalla mancanza di punti di ritrovo, dalle poche piazze senza panchine, dagli stili architettonici accrocchiati, dalle case a forma di cubo, di ananas, di pigna, di finto rococò e finto gotico. Non capiscono che Milano non è una città, ma un grumo di lava che ha subito tutte le Furie. Che è sterile, come il deserto, e per starci bisogna essere attrezzati. Che non è adatta ai dilettanti. Per questo la amo.
(Sandrone Dazieri)

Che differenza c’è tra Roma e Milano, a parte il fatto che lassù si lavora?
(Arrigo Benedetti)

Ci sono città di evidente bellezza che si danno a tutti, e altre segrete che amano essere scoperte. Milano appartiene a questa specie, al punto che riesce difficile stabilire le ragioni del suo fascino (…). Io credo che esso consista anzitutto nella sua “classe”, né più né meno come avviene per certe donne che ci colpiscono per il loro portamento, anche se belle non sono, e neppure truccate
(Carlo Castellaneta)

Il milanese è lavoratore, e lo ostenta; il tempo è denaro; labor omnia fecit. Ama l’ufficio con calore sentimentale, è infelice se è lontano, a meno che, la sera e un mese all’anno, al mito del lavoro non subentri il mito gemello, quello del “divertirsi”.
(Guido Piovene)

C’è della gente che parla male della nebbia di Milano. Io non conosco quella degli altri paesi, ma questa di Milano è una gran nebbia, simpatica, affettuosa, cordiale. Ti fascia tutto come una carezza.
(Dal film Catene invisibili)

Milano è una grande babilonia vitale di palazzoni luccicanti, di magazzini, di ragazze d’ufficio, di agenti di borsa, di ragionieri, di caffè, di ristoranti, di sartorie, dentro l’aroma collettivo del risotto giallo.
(Guido Piovene)

Milano e Napoli hanno ancora uno spleen, una solitudine malinconica, sono città con forti valori simbolici. Viverci è nutriente sul piano degli atteggiamenti e dei comportamenti
(Toni Servillo)

Se quand’era tempo avessi potuto compiacere ad un mio desiderio, io sarei andato a vivere alcuni anni a Napoli, alcuni a Milano. Queste due città, una per la sua grande popolazione, l’altra per molte particolari condizioni, sono da qualche tempo la stanza del pensare filosofico in Italia. Esse furono abitate da quasi tutti i nostri scrittori che s’innalzarono ad una certa elevatezza d’idee, ed abbracciarono una certa estensione di principii.
(Giuseppe Bianchetti)

Mi presendo, sono Congètta da Milano, detta Cètty. Sono pugliese di nascita, e milanese di adozione. Diciamo che aveto fatto un’adozione a distanza…
(Annamaria Barbera)

A Milano tutto era regolato sul denaro. Nei bar dicevano “cappuccio”, per cappuccino, si risparmiava qualche sillaba.
(Enzo Biagi)

E’ il nostro Duomo, è la chiesa dei nostri vecchi, è la casa di Milano, è tutto di marmo, è grande, è bello(…). Quando piove e la gente è immusonita, o d’inverno, quando ci sono quelle giornate scure, fredde, e nebbiose, anche lui, il nostro Duomo diventa grigio, freddo, (…) si stringe nelle nuvole, pare che pianga da tutte le parti. (…) Ma se torna il sereno (…) come alle volte si vede nelle mattine d’aprile e di maggio, Gesù, che allegria per quelle cento gugliette di zucchero che pungono l’aria, accese in punta dal primo sole che fa loro solletico! Allegria dei pizzi, dei ricami, delle scalette, delle chiocciole, dei ghirigori, dei piccioni che fanno l’amore in mano alle sante vergini di pietra, o sulla spada del patriarca, loro che da tre secoli guardano giù, e se parlassero! Il sole accende luminarie anche nei vetri colorati; fa nascere fiori rossi, gialli,verdi, violetti, sui pilastri, sul pavimento, sugli altari.
(Emilio De Marchi)

Milano benedetta
Donna altera e sanguigna
con due mammelle amorose
pronte a sfamare i popoli del mondo
(Alda Merini)

Se dovessi usare un’immagine del mondo femminile, allora direi che il Duomo di Milano appare come un tessuto a merletto -gigantesco e al tempo stesso delicato – che la mano di un mago abbia di colpo traformato in pietra.
(Fanny Lewald)

La gente guarda Milano e pensa: il lavoro, la moda, la Bocconi. Io qua vedo solo soldi sporchi. So’ i soldi sporchi che tengono insieme i mattoni di questa città. ‘na mazzetta e ‘na mano a tia. È un virus, capisci?
(1992)

Amo più i milanesi che Milano, più Roma che i romani.
(Roberto Gervaso)

Milano è forse l’unica città italiana dove esista l’umorismo vero, l’umorismo in senso britannico, che vela e insaporisce le cose senza però modificarle. Si mescola specialmente agli aspetti più triti, più comuni e prosaici della città; li fa lievitare appena, lasciandoli come stanno. Furono milanesi il Manzoni e il Porta, i nostri maggiori umoristi.
(Guido Piovene)

Lo stile di Milano lo sintetizzerei con tre D: discrezione, disciplina, dovere. In un mondo che tende alla cialtroneria, all’anarchia dei comportamenti e alla furberia, ben venga il calvinismo milanese!
(Giorgio Armani)

I bambini milanesi a Natale si incazzano se Babbo Natale arriva in ritardo.
(Giovanna Donini)

Tutte queste sere sono andato, verso l’una del mattino a rivedere il Duomo di Milano. Questa chiesa, rischiarata da una bella luna, offre uno spettacolo di bellezza straordinaria ed unica al mondo. L’architettura non mi ha mai offerto simili sensazioni.
(Stendhal, 5 novembre 1816)

Sì, Milano è proprio bella, amico mio, e credimi che qualche volta c’è proprio bisogno di una tenace volontà per resistere alle sue seduzioni, e restare al lavoro.
(Giovanni Verga)

Prendete un problema di qualunque natura (politico, sociale, culturale, tecnico o altro) e datelo da risolvere a due italiani: uno milanese e l’altro siciliano. Dopo un giorno, il siciliano avrà dieci idee per risolvere questo problema, il milanese nemmeno una. Dopo due giorni, il siciliano avrà cento idee per risolvere questo problema, il milanese nessuna. Dopo tre giorni, il siciliano avrà mille idee per risolvere questo problema, e il milanese lo avrà già risolto.”
(Giuseppe Tomasi di Lampedusa)

Milano non è più il centro nevralgico del jazz italiano di una volta. Eppure ci sono tanti musicisti che vengono da qui: ci vorrebbe più iniziativa da parte delle istituzioni, non dico più soldi, ma almeno la capacità di spenderli meglio.
(Stefano Bollani)

C’è intanto una meraviglia a Milano di gran lunga la più importante, che non posso non descrivere: la cattedrale. Da lontano appare come ritagliata in un foglio di carta bianca, ma quando si è vicini ci si meraviglia nello scoprire che quei ritagli a forma di merletto sono innegabilmente di candido marmo. Se osserviamo l’intera opera un po’ più a lungo, troviamo che è molto graziosa, colossalmente bella, un giocattolo per bambini giganteschi. Tuttavia essa si presenta ancor meglio a mezzanotte, al chiaro di luna, quando la folla di bianche figure di pietra scende dall’alto e ti accompagna per la piazza bisbigliandoti all’orecchio un’antica storia.
(Henrich Heine)

A Milano tutto è organizzato con un certo anticipo. Ieri, 30 di ottobre, una mia amica milanese mi ha mandato un sms con scritto: “Vieni a cena da me lunedì 15 dicembre alle 20:30?” Io manco so che cosa devo fare domani! Ma poi ci vai a cena, arrivi, ti siedi, fai due chiacchiere e poi ti dicono: “Ordiniamo le pizze?” “Ma perché in un mese e mezzo non ce l’hai avuto il tempo di cucinare?”
(Teresa Mannino)

Milano sono tutto tuo / Vincenzo no non mi rinchiude più / oh Milano sii buona almeno, almeno tu
(Alberto Fortis)

La città più divertente del mondo è Milano.
(Angie Everhart)

A Milano gli affari si combinano con un colpo di telefono, a Palermo anche con un colpo di lupara.
(Enzo Biagi)

L’unico luogo che forse potrei scambiare con Napoli è Milano, l’altra grande metropoli italiana.
(Toni Servillo)

Milano ha delle zone belle, è bella con la nebbia, è un po’ una donna con la veletta.
(Ornella Vanoni)

Ma, dico, se i milanesi, a Milano, quando c’è la nebbia, non vedono, come si fa a vedere che c’è la nebbia a Milano?
(Dal film Totò, Peppino e… la malafemmina)

Mi piacciono i tuoi quadri grigi / le luci gialle, i tuoi cortei / oh Milano, sono contento che ci sei. / Vincenzo dice che sei fredda, / frenetica senza pietà / ma è cretino e poi vive a Roma, che ne sa?
(Alberto Fortis)

Come si può dimenticare l’arrivo a Milano? Per la prima volta vedevo cose mai viste e mai immaginate. Una stazione immensa, piena di treni, di rumori, con la tettoia ad archi che sembrava si prolungasse all’infinito, maestosa come un tempio antico. Una moltitudine di gente sempre di fretta. Poi di colpo, all’aperto, la piazza sconfinata con alberi, aiuole, tram che si incrociavano, lo scatto degli scambi nel groviglio dei binari, lo sfavillio delle scintille che si libravano dal trolley, le file dei taxi, le reclame luminose e immense. Nei primi giorni vedevo, vedevo: il Duomo, la Scala, la Galleria, i grandi magazzini, la Rinascente e l’Upim, le facciate delle banche, corso Vittorio Emanuele, corso Buenos Aires, le vie, le piazze. Com’era bella Milano
(Gaetano Alfetra)

Arrigo Beyle, milanese(L’inizio dell’epitaffio dello scrittore francese Stendhal, sepolto nel cimitero parigino di Montmartre).

Milano la grande, Venezia la ricca, Genova la superba, Bologna la grassa.
(Proverbio)

È una città che, quando la pioggia la lava, si sporca.
(Giuseppe Genna)

Milano è un enorme conglomerato di eremiti.
(Eugenio Montale)

I milanesi sono l’unico popolo che io conosca che ha perso il senso della propria provenienza. Non hanno più un rapporto di identità culturale con le proprie istituzioni. Il pubblico milanese è bonario, critica poco e se mai non consuma. Gli si può dare foie gras per due anni e se poi si passa alla buseca non è che quelli dicano vogliamo il foie gras; mangiano meno buseca e se ne vanno. Son così i milanesi.
(Philippe Daverio)

Milano è una città simile a una camera d’aria che perde, ma non si capisce più dove è entrato il chiodo. Era un posto dove succedeva di tutto e adesso non succede più niente di appassionante, di gradevole, di positivo. Ormai è solo routine, semplice manutenzione dell’esistente. Dove sono le grandi idee, i progetti che ci inducevano a sognare? Ecco, Milano non sogna più, la città dei bauscia adesso dorme, magari russa ma non sogna.
(Carlo Castellaneta)

La passerella delle sfilate e l’ufficio tutto vetri e computer hanno soppiantato la catena di montaggio. Armani al posto di Falck. E l’emigrante che dal Sud arrivava alla Stazione Centrale ha ceduto il passo a un catalogo di volti che parlano di tanti mondi, ben più lontani. Negli ultimi cinquant’anni Milano è stata al centro di tutte le grandi trasformazioni sociali, politiche ed economiche italiane. Ha vissuto due rivoluzioni industriali: da capitale del miracolo economico è diventata la capitale della finanza, dell’industria televisiva, della pubblicità e della moda. Ha vissuto in prima linea il Sessantotto e gli anni di piombo. Qui hanno avuto inizio Tangentopoli e Mani pulite. Qui sono nate la Lega e Forza Italia.
(John Foot)

Milano è un paese dove chi ha testa cerca di comandare o se ne va.
(Pietro Verri)

Sicuramente a Milano certi problemi sono sentiti con una partecipazione che al Sud non c’è ancora, perché viviamo due momenti sociologici differenti. Ma poiché al Sud guardano a Milano come a un modello, mi ascoltano come se prendessero un antidoto per il futuro prossimo.
(Giorgio Gaber)

Lascia pure che il mondo parli, | ma Milano è una gran Milano | Porta Cicca [Ticinese] e la Bovisa | che dintorni proprio sani | e la nebbia che bellezza, | la va giù per i polmoni.
Lassa pur ch’el mond el disa | ma Milan l’è un gran Milan | Pòrta Cicca e la Bovisa | che d’intorni pròpi san | e la nebbia che bellezza, | la va giò per i polmon.
(Giovanni D’Anzi)