Napoli è una delle città più conosciute ed amate d’ Italia, con i suoi simboli caratteristici si è fatta apprezzare in tutto il mondo. E’ una città che bisogna conoscere e vivere prima di giudicare, avvolta spesso in luoghi comuni non sempre benevoli. Napoli però è anche tanto altro: il cuore della città è un palcoscenico d’arte; è la capitale  della pizza. Una città ricca di  vita, colori, energia pura, dove si può assaporare passeggiando per le vie della città quell’ atmosfera partenopea che ammalia il cuore e rinvigorisce l’animo. Uno spettacolo contornato dalla maestosità del  Vesuvio che veglia costantemente su Napoli, la protegge e la custodisce. Napoli è una città bellissima, fatta di sole mare e calore meridionale piena di storia e di artisti, nonostante i difetti, le brutture, e i pregiudizi.
Chi visita Napoli per la prima volta vuole sempre ritornarci perché ammaliato dai bellissimi panorami e lo squisito cibo. Abbiamo voluto omaggiare Napoli con una serie di aforismi e citazioni che ripercorrono tutto il fascino che si cela tra le  strade e i pittoreschi vicoli  di questa città. Con le parole di chi Napoli l’ha vissuta tentiamo di dimostrare al mondo che la città è un tesoro di felicità, di civiltà e di cultura e non solo un luogo di desolazione e di malaffare.

Napoli è un paradiso abitato da diavoli
(Benedetto Croce)

La bellezza di Napoli cresce di giorno in giorno, di settimana in settimana, via via che scopre i suoi segreti. Finché si giunge a intendere che veramente è questo il più bel golfo della terra.
(Guido Piovene)

Da noi a Napoli il tempo si chiama tiempo, come in spagnolo, perché Napoli ha avuto secoli spagnoli. La i infilata nel tempo lo scombina, gli leva l’andatura inesorabile. […] O’ tiempo è irregolare. Può mettersi a correre e far correre tutti con lui, l’ho visto nelle lotte politiche del decennio settanta, ma per il resto delle ore ‘o tiempo è assai più lento del ticchettio degli orologi che lo vogliono misurare.
(Erri De Luca)

Il napoletano lo si capisce subito da come si comporta, da come riesce a vivere senza una lira.
(Totò)

Vedi Napoli e poi muori.
(Johann Wolfgang Goethe)

È l’Italia il vero problema di Napoli.
(Raffaele La Capria)

Napule è ‘nu paese curioso: è ‘nu teatro antico, sempre apierto. Ce nasce gente ca’ senza cuncierto scenne p’ ‘e strate e sape recità.
(Eduardo De Filippo)

Napoli non è una città, è un mondo. Napoli non è solo a Napoli ma la trovi ovunque, anche in Germania. La “napoletanità” è una cosa unica. È chiaro che ogni città ha un suo calore, Napoli ce l’ha ma in maniera diversa, questa città vive le cose in maniera passionale, con un amore diverso da tutti gli altri. Non posso dire se rispetto alle altre tappe sia meglio o peggio, Napoli è sicuramente diversa.
(Marco Masini)

A Napoli il semaforo rosso non è un divieto, è solo un consiglio.
(Luciano De Crescenzo)

I napoletani sono ipocriti, sembrano allegri, invece sono tristi. La gente li osserva, e loro fanno finta di essere spensierati. Non s’impegnano, perché da quando avevano in casa i mori sanno come va a finire.
(Peppino De Filippo)

La nostra città, oltre a tutte l’altre italiche di lietissime feste abondevole, non solamente rallegra li suoi cittadini o con nozze o con bagni o con li marini liti, ma, copiosa di molti giuochi, sovente ora con uno ora con un altro letifca la sua gente. Ma tra l’altre cose nelle quali essa appare splendidissima, è nel sovente armeggiare.
(Giovanni Boccaccio)

Gloria d’Italia e ancor del mondo lustro, madre di nobiltade e di abbondanza, benigna nella pace e dura in guerra.
(Miguel de Cervantes)

Eccoci finalmente qui. Un proverbio italiano dice: – Vedi Napoli e poi muori!, ma io dico: – Vedi Napoli e vivi – perché c’è molto qui degno di essere vissuto.
(Arthur John Strutt)

Ed è questa l’altra differenza con Berlino: mentre la seconda torna a vivere con la riunificazione germanica un momento di grande rilancio, all’opposto Napoli con l’unità d’Italia non ha fatto che perdere colpi. Eppure, le due città hanno in comune «tutte le caratteristiche che le rendono amabili agli occhi dei giovani, solo che a Napoli questa risorsa non viene percepita come una ricchezza bensì come un problema. Bisogna cambiare il paradigma, così come fu fatto per Berlino negli anni ’80, e comprendere che i centri storici sono risorse su cui investire».
(Hans Stimmann)

Ho abitato a lungo in una città veramente eccezionale. Qui, […] tutte le cose, il bene e il male, la salute e lo spasimo, la felicità più cantante e il dolore più lacerato, […] tutte queste voci erano così saldamente strette, confuse, amalgamate tra loro, che il forestiero che giungeva in questa città ne aveva […] una impressione stranissima, come di una orchestra i cui istrumenti, composti di anime umane, non obbedissero più alla bacchetta intelligente del Maestro, ma si esprimessero ciascuno per proprio conto suscitando effetti di meravigliosa confusione..
(Anna Maria Ortese)

A Napoli ognuno vive in una inebriata dimenticanza di sé. Accade lo stesso anche per me. Mi riconosco appena e mi sembra di essere del tutto un altro uomo. Ieri pensavo: “O eri folle prima, o lo sei adesso”.
(Johann Wolfgang Goethe)

“Rafè (*), nun te piglià collera, è cos‘e niente!
Però pure tu con ‘sta pizza Margherita, alla Regina Margherita di Savoia non potevi preparare un piatto di pasta, nu ragù, ‘na genovese, ‘na lasagna.
Vedi un po’ che cosa hai combinato!
(Raffaele Esposito)

Napoli l’illustre le cui vie percorsi più di un anno, d’Italia gloria e ancor del mondo lustro ché di quante città in sé racchiude non v’è nessuna che così l’onori. Benigna nella pace e dura in guerra, madre di nobiltade e d’abbondanza dai campi elisi e dagli ameni colli.
(Miguel de Cervantes)

Il napoletano non è ozioso; è filosofo. Sa che la vita è labile, l’avvenire è fallace, il lavoro è pena.
(Paolo Monelli)

Tutto quello che esiste passa di qui. Qui dal porto di Napoli. Non v’è manufatto, stoffa, pezzo di plastica, giocattolo, martello, scarpa, cacciavite, bullone, videogioco, giacca, pantalone, trapano, orologio che non passi per il porto. Il porto di Napoli è una ferita. Larga. Punto finale dei viaggi interminabili delle merci. Le navi arrivano, si immettono nel golfo avvicinandosi alla darsena come cuccioli a mammelle, solo che loro non devono succhiare, ma al contrario essere munte. Il porto di Napoli è il buco nel mappamondo da dove esce quello che si produce in Cina, Estremo Oriente come ancora i cronisti si divertono a definirlo. Estremo. Lontanissimo. Quasi inimmaginabile. Chiudendo gli occhi appaiono kimono, la barba di Marco Polo e un calcio a mezz’aria di Bruce Lee. In realtà quest’Oriente è allacciato al porto di Napoli come nessun altro luogo.
(Roberto Saviano)

Via Toledo, presso al tramonto, è una zona di sogno, un canale di felicità trascinante gli ori del crepuscolo, il carminio del cielo caldamente appoggiato sulle bionde verdure del Vomero. L’eleganze, gli amori passano e s’incrociano fra uno scintillamento infiammato di cristallerie e di sorrisi, lungo i marciapiedi. Correre mollemente assisi in questo gurgito allegro di vita meridionale è una gioia di cui porterò con me l’amoroso ricordo.
(Ardengo Soffici)

Napoli è una città altamente morale dove si possono cercare mille ruffiani prima di trovare una prostituta.
(Karl Kraus)

Per consiglio, nelle prossime statistiche eliminate Napoli, è troppo fuori scala, esagerata, per poterla misurare.
(Erri De Luca)

Guardo in questo momento con rinnovata fiducia a Napoli e ai napoletani, alla loro capacità di cogliere i frutti del riconoscimento rappresentato dalla competizione che oggi si inaugura [l’America’s cup], e di esprimere, in generale, lo slancio necessario per la valorizzazione delle preziose risorse e potenzialità di cui è ricca la nostra grande, storica città.
(Giorgio Napolitano)

È scoraggiante sotto qualunque cielo osservare i cambiamenti di Napoli. Lo sventramento prosegue e intere zone sono trasformate. Penso sia un bene che l’ampio Corso Umberto I tagli il vecchio Pendino; ma quale contrasto tra il pittoresco di prima e la volgarità cosmopolita che ne ha preso il posto! […] Il porto dal quale si partiva per Capri è colmato; il mare è stato scacciato a una disperata distanza, dietro squallidi mucchi di rifiuti. […] Sarà una strada qualunque, chiusa tra alti caseggiati, senza nessuna veduta.
(George Gissing)

Il popolo napoletano, che è sobrio, non si corrompe per l’acquavite, non muore di delirium tremens; esso si corrompe e muore pel lotto. Il lotto è l’acquavite di Napoli.
(Matilde Serao)

Troppa folla, troppo disordine, troppo rumore. Non pioveva, ma le strade erano bagnate e umide peggio che in campagna, e dappertutto bucce e cartacce, semi di zucca, scheletrini di pesci, valve di cozze, banchi di pizzaiuoli di paste cresciute esposte alla polvere in un acre fetor d’olio fritto.
(Domenico Rea)

Tutto è azzurro a Napoli. Anche la malinconia è azzurra.
(Libero Bovio)

Napoli per me non è la città di Napoli ma solo una componente dell’animo umano che so di poter trovare in tutte le persone, siano esse napoletane o no.
(Luciano De Crescenzo)

Io che ho girato tutto il mondo…’o sole ‘e Napule nun l’aggia maje truvate a nisciuna parte!
(Roberto Murolo)

Napoli che strana città, per viverla serenamente bisognerebbe eliminare tutte quelle sorprese che ti riserva giorno dopo giorno, ma poi non sarebbe più la stessa.
(Giovanni Scarfoglio)

L’uomo produttivo, il milanese, preferisce la doccia: consuma meno acqua, meno tempo e si lava meglio. Il napoletano invece, se si decide, preferisce il bagno: s’intallea come si dice a Napoli, cioè si attarda e tiene tutto il tempo che vuole per pensare.
(Luciano De Crescenzo)

I «Quartieri», a Napoli, sono tutti i vicoli che da Toledo si dirigono sgroppando verso la città alta. Vi formicolano i gatti e la gente; incalcolabile è il loro contenuto di festini nuziali, di malattie ereditarie, di ladri, di strozzini, di avvocati, di monache, di onesti artigiani, di case equivoche, di coltellate, di botteghini del lotto: Dio creò insomma i «Quartieri» per sentirvisi lodato e offeso il maggior numero di volte nel minore spazio possibile.
(Giuseppe Marotta)

I napoletani cavano l’arte dal sole.
(Camillo Boito)

Napoli. L’unica città dove le persone ti salutano ancora con il “buongiorno” e non con un laconico “notte” o “giorno”.
(Christian De Sica)

Oggi mi son dato alla pazza gioia, dedicando tutto il mio tempo a queste incomparabili bellezze. Si ha un bel dire, raccontare, dipingere; ma esse sono al disopra di ogni descrizione. La spiaggia, il golfo, le insenature del mare, il Vesuvio, la città, i sobborghi, i castelli, le ville! Questa sera ci siamo recati alla Grotta di Posillipo, nel momento in cui il sole, passa con i suoi raggi alla parte opposta. Ho perdonato a tutti quelli che perdono la testa per questa città e mi sono ricordato con tenerezza di mio padre, che aveva conservato un’impressione incancellabile proprio degli oggetti da me visti oggi per la prima volta.
(Johann Wolfgang Goethe)

A Napoli non siamo come al Nord o in Svizzera. Siamo conosciuti non per le banche, ma per le bancarelle.
(Alessandro Siani)

I lazzari erano dunque l’infima classe dei proletari di Napoli, quella classe che i sociologi moderni contrappone spesso al proletariato industriale, del quale infatti forma l’antitesi e il nemico, col nome di proletariato cencioso (Lumenproletariat). Naturalmente, codesti proletari napoletani, oltre i caratteri comuni dei proletari in generale, e in specie di quelli della grande città, hanno alcuni caratteri speciali, determinati dalle condizioni speciali del nostro paese. Qui il clima è mite, la vita relativamente facile, si può dormire all’aria aperta e nutrirsi di poco, si può essere sobri, e per conseguenza disposti alla spensieratezza: i bisogni morali e intellettuali della plebe non sono troppo grandi, la spingono di rado alla ribellione.
(Benedetto Croce)

Un proverbio italiano dice: — Vedi Napoli e poi muori!, ma io dico: — Vedi Napoli e vivi — perché c’è molto qui degno di essere vissuto.
(Arthur John Strutt)

Napoli è un luogo sopravvissuto ad invasioni straniere, eruzioni vulcaniche, terremoti, rivolte popolari e che allo stesso tempo ha prodotto nella sua storia una valanga di musica.
(John Turturro)

La principal veduta è di mirar Napoli in alto mare, donde l’intiera città si presenta come un immenso anfiteatro. La seconda e di guardarla da S. Martino, dove si vede sotto gli occhi minutamente quasi tutta la città ed il delizioso contorno del golfo. La terza è di veder Napoli dalla Specola Reale o dal palazzo della Riccia: questo luogo per la estensione della sua veduta è detta con nome Spagnuolo Miradolos. La quarta è di contemplarla da’ reali giardini di Portici, e più dalla villa del Duca di Gravina e lì è ad essa superiore. La quinta è di osservarla dalla Madonna del Pianto.
(Raffaele Mastriani)

A Napoli l’orgoglio, appannaggio del dominatore, non è mai considerato legittimo, ma sempre soltanto ridicolo. (Elena Croce)

“Amore, come ti trovi lì al Nord?”.
“Mi trovo bene. Certo, ci stanno delle differenze… Anche sulle cose semplici”.
“Per esempio?”
“Per esempio, se uno chiede l’orario. Se lo chiedi a uno del Nord, quello subito te lo dice. Se lo chiedi a Napoli, quello prima di risponderti ti domanda: “Ma pecché, che tieni ‘a fa’?…”
(Alessandro Siani)

Un turista milanese salì a bordo di un taxi a Napoli e chiese: «Mi porti al Duomo». Arrivati al casello autostradale di Caserta, domandò: «Ma è così lontano il Duomo di Napoli?». E il tassista: «Ah, chillo ‘e Napule! Scusate, pensavo che volevate turna’ a casa…».
(Alessandro Siani)

Io so questo che i napoletani oggi sono una grande tribù che anziché vivere nel deserto o nella savana, come i Tuareg e i Beja, vive nel ventre di una grande città di mare.
(Pier Paolo Pasolini)

A Napoli novantanove volte su 100 finisci scugnizzo. Vengo dai quartieri popolari, cresciuto dalla nonna. Quando entravo in casa, battevo forte i piedi per far scappare i topi. E niente doccia. Scendevi per strada e ti fottevano la cartella. Poi la bicicletta. Poi il motorino. Alla quarta diventavi scugnizzo.
(Gigi D’Alessio)

Il linguaggio mimico è usato qui come in nessun’altra parte d’Italia. Il suo significato è impenetrabile per ogni straniero. Orecchie, naso, occhi, petto, spalle, sono mezzi espressivi di comunicazione, che vengono messi in relazione dalle dita. Questa suddivisione rientra anche nel loro erotismo sofisticatamente specializzato. Gesti servizievoli e toccatine impazienti sfuggono allo straniero con una regolarità che esclude il caso.
(Walter Benjamin)

Napoli è una città che brulica di vita e di storia, ha avuto un passato grandioso e ha energie non solo per partecipare a un futuro, ma anche per precederlo.
Il popolo napoletano con le sue mille risorse, la sua capacità di adattamento e il suo ingegno ha dato prova di saper affrontare qualsiasi avversità e di saper costruire il futuro.
(Erri De Luca)

Ho letto in una classifica sulla qualità della vita che in Italia Sondrio figura al primo posto e che Napoli si trova al penultimo. Qualcuno però, adesso non ricordo chi, mi ha detto che Sondrio è grande il doppio del cimitero di Napoli ma che ci si diverte solo la metà.
(Luciano De Crescenzo)

Già nello scorcio del Medio Evo, Napoli oltrepassava i 200 mila abitanti, quando Milano non sorpassava che di poco i 50 mila e Torino ne contava 16 mila soltanto; quando Amburgo ne aveva meno di Torino e Londra meno di Milano.
(Andrea Geremicca)

Il napoletano non chiede l’elemosina, ve la suggerisce.
(Leo Longanesi)

Trovo nel popolo napoletano la più geniale e vivace industria, non per diventare ricchi, ma per vivere senza occupazioni.
(Johann Wolfgang Goethe)

I napoletani discendono dagli dèi, questa è la verità, non sono né greci né oschi né romani, sono dèi. Che per vivere sulla terra si sono fatti come siamo; un misto di spirito attico grazie agli ateniesi, di tenacia al lavoro osca, di intelligenza indulgente ed acuta quale si conviene ad esseri divini.
(Paolo Monelli)

Io ritengo Napoli una città estremamente civile; ebbene, nel vocabolario dei napoletani non esiste la parola lavoro, dicono la «fatica». Anche io sono così, non amo la fatica.
(Roberto Rossellini)

In italiano esistono due parole, sonno e sogno, dove il napoletano ne porta una sola, suonno. Per noi è la stessa cosa.
(Erri De Luca)

Maradona ha rappresentato per Napoli qualcosa di molto importante: è stato il riscatto, il vanto della città. Quello che ha fatto lui a Napoli lo hanno fatto solo i Borboni e Masaniello.
(Pino Daniele)

La “napoletanità” è una cosa unica. È chiaro che ogni città ha un suo calore, Napoli ce l’ha ma in maniera diversa, questa città vive le cose in maniera passionale, con un amore diverso da tutti gli altri.
(Marco Masini)

Credimi, per chi ha un po’ d’onore e di sangue nelle vene, è una gran calamità nascere napoletano.
(Carlo Filangieri)

Arrangiamento: arte musicale nata e sviluppatasi a Napoli.
(Anonimo)

Farei fatica a vivere nel caos delle grandi città. Ma io adoro Napoli e la sua umanità, adoro lo spirito sociale che c’è lì, il fatto che se succede una cosa al tuo vicino è come se fosse successa a te. Napoli ti dà un amore unico che ogni allenatore dovrebbe provare nella vita.
(Maurizio Sarri)

Parto. Non dimenticherò né la via Toledo né tutti gli altri quartieri di Napoli; ai miei occhi è, senza nessun paragone, la città più bella dell’universo.
(Stendhal)

Per secoli Napoli, capitale del regno, è stata una metropoli che lo stato borbonico riusciva a governare solo grazie alla camorra.
(Giorgio Bocca)

La vera malattia endemica a Napoli è la disoccupazione.
(Francesco Compagna)

Era allora Napoli in un periodo di grande splendore. La sua vecchia aristocrazia, nella quale s’intrecciavano con la boriosità spagnola e l’argutezza francese l’innato senso estetico della Magna Grecia, era fra le prime d’Europa. Briosa, svagata, scapigliata, elegante, vi si alternavano splendide feste a chiassose mattane, spettacoli di eccezione a banchetti pantagruelici, gite a Capri, ad Ischia, sul Vesuvio.
(Salvatore Gaetani)

In Europa ci sono due capitali: Parigi e Napoli.
(Stendhal)

Grande civiltà di Napoli: la città più civile del mondo. La vera regina delle città, la più signorile, la più nobile. La sola vera metropoli italiana.
(Elsa Morante)

È un fatto per me oramai fermo: codesti meridionali, dal più al meno, recano nella poesia quella volubilità delle loro chiacchiere, che si devolve per lunghi meandri di versi sciolti o per cadenzati intrecciamenti di strofe senza una cura al mondo del pensiero. Il poeta napoletano tipo è il Marino. È inutile: i meridionali non sono poeti né artisti, non ostante tutte le apparenze: sono musici e filosofi. La poesia (anche questo parrà un paradosso) è delle genti più prosaiche e fredde della Toscana e del Settentrione.
(Giosuè Carducci)

Nessuno è mai riuscito a governare Napoli
(Fernand Braudel)

Il napoletano non è ozioso; è filosofo. Sa che la vita è labile, l’avvenire è fallace, il lavoro è pena; accetta ogni fatica perché deve dar da mangiare ai piccirilli e alla donna; ma non lo esalta, non ne fa una missione nella vita come avrebbe voluto quello scocciatore di Catone. È povero e non è avido di denaro, è sobrio e non s’ingozza se la fortuna gli mette davanti una tavola imbandita.
(Paolo Monelli)

L’italiano è una lingua senza saliva, il napoletano invece tiene uno sputo in bocca e fa attaccare bene le parole. Attaccata con lo sputo: per una suola di scarpa non va bene, ma per il dialetto è una buona colla.
(Erri De Luca)

Sono tornato in Italia, a Napoli, perché per me l’Italia è Napoli, Napoli è la cosa che più mi convince dell’Italia.
(Aurelio De Laurentiis)

A Napoli c’è gente che con l’acquedotto invece di bere ci mangia.
(Massimo Troisi)

Napoli è l’unica città orientale che non ha un quartiere europeo.
(Edoardo Scarfoglio)

Finché i veri napoletani ci saranno, ci saranno, quando non ci saranno più, saranno altri. I napoletani hanno deciso di estinguersi, restando fino all’ultimo napoletani, cioè irripetibili, irriducibili ed incorruttibili.
(Pier Paolo Pasolini)

Napoli ha continuato a dare molto all’Italia, all’Europa e al mondo: essa esporta a centinaia i suoi scienziati, i suoi intellettuali, i suoi ricercatori, i suoi artisti, i suoi cineasti… Con generosità, certo. Ma anche per necessità. Mentre non riceve nulla, o pochissimo, da fuori.
(Fernand Braudel)

Dovunque sono andato nel mondo ho visto che c’era bisogno di un poco di Napoli.
(Luciano De Crescenzo)

Se ci fosse una capitale dell’anima, a metà tra oriente e occidente, tra sensi e filosofia, tra onore e imbroglio, avrebbe sede qui.
Nel mezzo della città si apre via Spaccanapoli, un rettilineo di più di un chilometro, stretto e vociante, che divide in due l’enorme agglomerato. È il cuore di questa babele della storia.
(Stanislao Nievo)

Il napoletano è convinto di vivere in un mondo ostile, sul quale non è in grado di esercitare alcun controllo… I rapporti tra gli uomini sono regolati da una concezione fatalistica, nella quale l’Autorità svolge lo stesso ruolo che ha il “destino” nel mondo naturale.
(Percy Allum)

Napoli è uno strano paese!
Disteso come un Re orientale sul tappeto del più bel verde che si possa vedere, coi piedi sull’azzurro e limpido Tirreno col capo sul fianco dell’ardente Vesuvio, non v’ha città al mondo che possa rivaleggiare colla capitale della Italia del mezzodì.
Non v’ha mare più ridente, non v’ ha cielo più sereno, non v’ha terra più feconda di frutti e di fiori.
(Franco Mistrali)

Napule è mille culure
Napule è mille paure
Napule è a voce de’ criature
che saglie chianu chianu e
tu sai ca nun si sulo.
Napule è nu sole amaro
Napule è addore ‘e mare
Napule è ‘na carta sporca
e nisciuno se ne importa e
ognuno aspetta a’ ciorta.
(Pino Daniele)

A volte penso addirittura che Napoli possa essere ancora l’ultima speranza che resta alla razza umana.
(Luciano De Crescenzo)

Napoli è l’altra Europa. Che la ragione cartesiana non può penetrare.
(Curzio Malaparte)

Prima dell’alba siamo passati tra Capri e il Continente e siamo entrati nel Golfo di Napoli. Ero sul ponte. L’indistinta massa del Vesuvio fu presto in vista. L’ho riconosciuta da un quadro (della mamma?). Ben presto ho “sentito” la città. Luci brillanti. Siamo stati trattenuti a bordo fino alle nove dalla polizia che se la prende con comodo. Con alcuni altri sono sceso all’Hotel de Geneve. Colpito dalla prima apparizione di Napoli. Grandi folle, strade belle, edifici alti.
(Herman Melville)

I lazzaroni soltanto non avevano mai sentito parlare di diritti popolari, eccetto contro la santa inquisizione, che neppure Filippo II era riuscito a introdurre in Napoli. Il clima toglie ad essi di provare molti bisogni, e dà i mezzi di soddisfarli con poca fatica. L’ozio li mantiene nella superstizione e nel vizio, inducendoli a gettarsi disperatamente nelle insurrezioni ed a ritrarsene con altrettanta rapidità per amor d’inazione. Essi erano felicissimi sotto un governo assoluto, che dovunque è più incline a punire le pubbliche virtù dei sudditi più eminenti che i delitti dei più umili.
(Ugo Foscolo)

Da quanto si dica, si narri, o si dipinga, Napoli supera tutto: la riva, la baia, il golfo, il Vesuvio, la città, le vicine campagne, i castelli, le passeggiate… Io scuso tutti coloro ai quali la vista di Napoli fa perdere i sensi!
(Johann Wolfgang Goethe)

Napoli non è sporca… è l’Italia che sporca Napoli.
(Diego Armando Maradona)

Napoli non è una città, è un mondo.
(Marco Masini)

Già nello scorcio del Medio Evo, Napoli oltrepassava i 200 mila abitanti, quando Milano non sorpassava che di poco i 50 mila e Torino ne contava 16 mila soltanto; quando Amburgo ne aveva meno di Torino e Londra meno di Milano.
(Andrea Geremicca)

I miei primi giorni a Napoli li ho trascorsi a guardare le processioni, sempre molto sontuose durante la settimana santa.
(Joseph Addison)

Napoli adagiata sul golfo è stupenda, ci si chiede se anche questa bellezza non faccia parte della maledizione della città, non faccia parte del prezzo spaventoso che paga per esistere.
(Giorgio Bocca)

Napoli è la più misteriosa città d’Europa, è la sola città del mondo antico che non sia perita come Ilio, come Ninive, come Babilonia. È la sola città del mondo che non è affondata nell’immane naufragio della civiltà antica. Napoli è una Pompei che non è stata mai sepolta. Non è una città: è un mondo. Il mondo antico, precristiano, rimasto intatto alla superficie del mondo moderno.
(Curzio Malaparte)

Per disonore dell’umana ragione non v’è cosa in Napoli tanto notoria, quanto la libera e pubblica vendita che vi si fa dei falsi attestati. La tariffa loro ordinaria è di tre ducati, o di quattro, secondo la fame di chi vende, e il bisogno di chi compra. Se tu vuoi dunque soppiantare un processo, alterare una particola di testamento, falsificare qualunque carattere, tu non hai ch’a gittar via i rimorsi, e dar mano alla borsa. Le botteghe de’ falsari son sempre aperte.
(Vincenzo Monti)

Napoli ha avuto un grande filosofo: Pulcinella.
(Libero Bovio)

Credete che al napoletano basti la Madonna del Carmine? Io ho contati duecentocinquanta appellativi della Vergine: e non sono tutti. Quattro o cinque tengono il primato.
(Matilde Serao)

Io sono parte nopeo e parte napoletano.
(Totò)

Non sono italiana, sono napoletana! È un’altra cosa!
(Sophia Loren)

Che cosa sperate di trovare a Londra, a Parigi, a Vienna? Vi troverete Napoli. È il destino dell’Europa di diventare Napoli.
(Curzio Malaparte)

Tra i monti viola dorme
Napoli bianco vestita,
Ischia sul mare fluttua
Come nube purpurea;
La neve tra i crepacci
Sta come studio candido di cigni;
Il nero Vesuvio leva il capo
Cinto di rossi riccioli.
(Hans Christian Andersen)

Io amerei vivere su un pianeta tutto napoletano, perchè so che ci starei bene, Napoli va presa come una città unica, molto intelligente, Napoli è troppo speciale, quindi non la possono capire tutti….
(Marcello Mastroianni)

Napoli è rimasto per me un certo paese magico e misterioso dove le vicende del mondo non camminano ma galoppano, non s’ingranano ma s’accavallano, e dove il sole sfrutta in un giorno quello che nelle altre regioni tarda un mese a fiorire.
(Ippolito Nievo)