La nascita dell’Inter ha davvero qualcosa di magico e rivoluzionario. Il 9 marzo del 1908, in un ristorante chiamato “L’orologio” sito in Milano, dalla mente degli artisti del tempo è nato il Foot-Ball Club Internazionale, comunemente conosciuto come Inter. Per la prima volta Milano apriva le porte a tutti coloro che volevano giocare, indipendentemente dalla razza, dall’etnia e dal paese di provenienza. In quelle notte quasi primaverile di un imprevedibile marzo nasceva una squadra altrettanto imprevedibile. Perché l’Inter è pazza, incostante, incoerente con se stessa. Cade e si rialza, è capace di cose grandissime come di terribili fallimenti. Ed è proprio questo che i giocatori e i tifosi amano di lei, nonostante tutti i momenti bui che si sono trovati costretti a vivere. Ma si potrebbe dire molto di più su questa incredibile squadra. L’Inter non giudica, non ruba, vince lealmente e rimane fuori dagli scandali. In qualche modo è innocente come i bambini che giocano a calcio nelle piazze solo per il gusto di farlo. L’Inter è una donna lunatica e incostante che fa cadere tutti ai suoi piedi con il magnetismo del suo carattere. Non a caso l’inno è “Amala, pazza Inter amala”… e per tutti gli amanti di questa squadra abbiamo selezionato 100 aforismi tutti dedicati all’Inter di tutti coloro che l’anno amata in maniera incredibile.
La bellezza di questa squadra è quella di avere sempre avuto nella sua storia un senso artistico da abbinare a una forza da esprimere in campo. C’è una cosa di cui vado orgoglioso: che questa società è sempre stata condotta da persone per bene.
(Massimo Moratti)
Da bambino ce l’avevo con l’Inter che era venuta a battere a Belgrado la mia squadra, la Stella Rossa. Ma poi quando, qualche anno dopo, fu il Milan ad eliminarci all’ultimo minuto da una coppa europea, diventati per reazione tifoso interista.
(Vuk Jeremić)
L’interista più simpatico? Giacinto Facchetti. Fece un gol al Napoli in mezzo alla nebbia e venne a cercarmi a bordo campo per abbracciarmi. Ci mise tre minuti per trovarmi.
(Peppino Prisco)
L’Inter è casa mia, L’inter è la mia famiglia. Un giorno tornerò
(Josè Mourinho)
F.C. Internazionale. Resuscitiamo i morti, dal 1908. (Alessandro Cattelan)
Era un monello: giocava a San Siro come avrebbe giocato per la strada, si vedeva che si divertiva, e così faceva divertire tutti gli altri. Il suo modo di giocare la palla era inimitabile. E ineguagliabile.
(Angelo Rovelli a proposito di Nacka Skoglund)
Questo è lo scudetto della correttezza e del rispetto delle regole.
(Giacinto Facchetti dopo lo scudetto del 2006)
Hanno scelto per noi i colori del cielo e della notte. Era la sera del 9 marzo 1908, erano poco più di quaranta. Oggi siamo milioni.
(Giacinto Facchetti)
Tutto all’Inter è in odore di romanzesco, di eccessivamente emotivo, in un clima eccitato e ipercritico che in fondo rassomiglia poco al pragmatismo settentrionale e ha qualche cosa di intimamente meridionale.
(Michele Serra)
La gioia più grande?Il Milan in serie B. La prima pagando, l’altra gratis.
(Avv.Peppino Prisco)
Cazzuola e spatola, il muro dell’Inter si chiama Samuel
(Fabio Caressa)
Io dico sempre, se sei stato un giocatore dell’Inter lo rimarrai per sempre. L’Inter è qualcosa di più di un club. (Mohamed Kallon)
L’Inter è il club in cui mi è piaciuto di più stare. Nessun altro mi ha regalato la stessa felicità. L’Inter è una famiglia e io appartengo alla famiglia nerazzurra per sempre. Quando l’ho lasciata ho pianto più di una volta. Ho vissuto in un ambiente fantastico, dalla Pinetina, dove ci si allenava, a San Siro.
(Josè Mourinho)
Inter a luci rosse? Beh, meglio che rossonere!
Giocatori a festini hard? Non saprei. Quando escono, non mi chiamano mai!
(Avv. Peppino Prisco)
Macché Rivera e gli altri: Beccalossi somiglia di più a Valentino Mazzola senza averne l’autorità. Valentino aveva un’azione più vasta, Beccalossi è più uomo da soglie dell’area avversaria, dove riesce ad aprire benissimo. Ha un tiro di sinistro e di destro notevole: non forte ma preciso e beffardo.
(Gianni Brera)
E’ dallo stile e dall’eleganza del cuore che si riconoscono gli interisti. Noi interisti siamo artisti pazzi, nati sotto la luna piena di marzo, ma il nostro cuore è una spugna immersa nel coraggio.
(Luigi Garlando)
I nostri giocatori vivono le emozioni al massimo perché questo fa parte di noi. Il pubblico ci trasmette passione e noi li seguiamo, il presidente per primo. Siamo molto fortunati anche a poter puntare, prima che sulle doti tecniche, anche su quelle umane dei nostri giocatori: siamo stati bravi e fortunati a riuscire a trasmettere la nostra filosofia, il nostro modo di essere che ci rende diversi da tutti gli altri. (Marco Branca)
All’Inter ho trovato davvero una mentalità vincente in tutti, come mai mi era capitato nel corso della mia carriera. (Frank de Boer)
Vivo la mia vita 90 minuti a settimana.
(Javier Zanetti)
Mai stati in B!
(Curva Nord, San Siro)
Combattività si, brutalità no!
Classe + intelligenza + preparazione atletica = scudetto.
Lottare o giocare? Lottare e giocare!
Tutti dobbiamo avere un po’ di ambizione nella vita: la tua è lo scudetto!
(cartelli affissi da Helenio Herrera nello spogliatoio interista negli anni ’60)
Per Moratti padre c’era una sorta di timore reverenziale. Lo ricordo venirci a trovare in ritiro. Ci regalava una moneta d’oro per ogni partita vinta
(Giacinto Facchetti)
Squadra umanissima d’emozioni e insicurezze, vincitrice attraverso l’epopea e poi capace di perdersi, com’è la nostra vita.
(Gad Lerner)
Lucido di brillantina, gli occhi assonnati, il sorriso bullo, l’automobile (che ben pochi avevano), i quattrini facili, i balli, il gioco, le veglie presso le Maisons Tellier di mezzo mondo, il trionfante Peppin vendicava le angustie degli umili antenati e di tutti noi poveracci suoi pari, passando per un genio al quale era consentita qualsiasi stravaganza. Faceva gol come e quando voleva.
(Gianni Brera su Giuseppe Meazza)
Il secondo tempo è un torello lungo quarantacinque minuti.
(Dopo Milan-Inter 0-4 del 2009)
Questa coppa ci riporta ai tempi lontani, perché dietro c’è tanta fatica, tanta sofferenza, perché i suoi tifosi hanno dovuto ingoiare e sopportare milioni di prese in giro, di barzellette a denti stretti, di cappuccini andati di traverso al mattino.
(Fabrizio Coppa, dopo la vittoria in Coppa Campioni nel 2010)
Tutti i miei figli sono interisti. Una volta mi hanno chiesto se mio figlio Luigi avesse tifato per il Milan. Ho risposto: Lui ha gli occhi azzurri ed è chiaro di capelli, mentre io ero scuro e ho gli occhi neri. Se Luigi avesse tifato Milan, avrei chiesto la prova del sangue. Perché a quel punto non mi sarei fidato neanche di mia moglie.
(Avv.Peppino Prisco)
Un sogno non solo a livello personale ma anche di gruppo, perché nessuna squadra italiana è mai riuscita a fare una cosa del genere e poche squadre in Europa sono riuscite a realizzare il Triplete come abbiamo fatto noi.
(Diego Milito)
Amo l’Inter perché c’è Cordoba, perché c’è l’azzurro che è il mio colore preferito, per l’importanza del club, perché da qui sono passati i migliori giocatori del mondo fra cui un altro mio idolo, Vieira, quello per il quale ho la maglia numero 14. (Fredy Guarín)
La prima volta che ho sentito parlare dell’Inter è stato in una partita col Napoli, perché c’era Maradona e in Argentina davano tutte le partite importanti del calcio italiano. Prima ancora c’erano stati i racconti di mio padre e di mia madre, perché io abitavo vicino allo stadio del’Independiente e lì l’Inter ha giocato partite importanti. Poi, dopo un’amichevole in Sudafrica con la Nazionale, Passarella mi chiamò e mi disse che l’Inter mi aveva preso,
(Javier Zanetti)
Da piccolo ero tifoso dell’Inter.
(Zlatan Ibrahimovic)
Prima di intervenire nel dibattito, vorrei che vi alzaste in piedi, per un momento molto serio: c’è una commemorazione da fare; (e mentre tutti si alzano in piedi preoccupati) ecco, quello che volevo dirvi è questo: chi non salta rossonero è!
(Avv. Peppino Prisco, davanti a oltre 300 persone riunite il lunedì successivo a Milan-Inter 0-3, campionato 1997-98)
Non posso negarne l’esistenza ma, dal punto di vista ontologico, la dicotomia è una sola: Inter-Juve. Ho scritto dicotomia, ma Inter-Juve è di più. È una contrapposizione come Hegel e Kant, Coppi e Bartali, Fellini e Visconti, Usa e Urss, Apple e Microsoft, Beatles e Rolling Stones, yin e yang, moto Bmw e moto giapponesi. Non si tratta di stabilire chi è meglio e chi è peggio (anche se io un sospetto ce l’avrei). Inter e Juve sono pianeti distanti, che entrano in contatto solo in occasione di una partita, di un’amicizia o di un matrimonio. Allora, qualcosa succede. Gli interisti sono romantici, con una punta di decadenza. Gli juventini, neoclassici. Noi siamo idealisti, loro positivisti. Gli interisti sono una nazione dolente (tre scudetti in trent’anni e un Helsingborgs quando non te l’aspetti); gli juventini credono nelle magnifiche sorti e progressive (e spesso vengono accontentati).
(Beppe Servergnini)
È fantastico. Lui vuole essere Baggio? E io vorrei essere lui, è indistruttibile.
(Roberto Baggio a proposito di Javier Zanetti)
Se mi sento un po’ Babbo Natale per tutti gli acquisti e i miliardi spesi per l’Inter? No, lui avrebbe speso sicuramente di meno.
(Massimo Moratti)
Il rigore negato a Juventus-Inter nell’aprile del ’98 non è stato assolutamente un furto. In realtà si è trattato di ricettazione.
(Avv. Peppino Prisco)
Non dimenticherò mai la luce che il nostro Presidente aveva negli occhi la notte in cui vincemmo a Vienna. Se fossi un grande pittore e mi toccasse dipingere la Felicità, cercherei di riprodurre quello sguardo.
(Luisito Suarez a proposito di Angelo Moratti, la notte in cui l’Inter vinse la Coppa Campioni contro il Real Madrid)
L’ideologia, la religione, la moglie o il marito, il partito politico, il voto, le amicizie, le inimicizie, la casa, le auto, i gusti letterari, cinematografici o gastronomici, le abitudini, le passioni, gli orari, tutto è soggetto a cambiamento e anche più di uno. La sola cosa che non sembra negoziabile è la squadra di calcio per cui si tifa.
(Javier Marías)
La Francia favorita dagli arbitri perché gioca il Mondiale in casa? C’è una sola squadra in tutto il mondo che è favorita dagli arbitri e non è ai Mondiali ma gioca in Italia.
(Yuri Djorkaeff nel 1998)
Ho sempre sperato che lo spettatore potesse seguire una partita di calcio come un’enigma, e che provasse la stessa sorpresa per un gol come la soluzione di un giallo di Hithcock.
(Giacinto Facchetti)
Chi per la patria muor vissuto è assai, chi per l’Inter vive non muore mai. (Milano miliardaria)
E’ il più grande di tutti: ha la grinta e la continuità di Del Sol, l’intelligenza calcistica di Cinesinho, il talento naturale di Haller, l’intuito divino di Rivera. E’ Luisito Suarez.
(Giorgio Tosatti)
Giacinto Facchetti ha classe, eccezionale potenza fisica, orgoglio professionale, altissimo spirito di bandiera. Pochi calciatori italiani hanno fornito negli ultimi dieci anni un rendimento così continuo.
(Giorgio Tosatti)
Pazza Inter? Può darsi, ma finché la pazzia è questa credo sia bello essere l’Inter, una squadra capace di imprese così e di partite così intense, vibranti, come piacciono a me.
(Marco Materazzi)
L’Inter è una meravigliosa capriola della vita.
(Michele Serra)
Il giorno in cui l’Inter mi chiamerà, potrò pure morire.
(Walter Zenga)
La formazione ideale di tutti i tempi: Zenga, Burgnich, Facchetti, Guarneri, Picchi, Bedin, Frione, Matthaeus, Mazzola, Suarez e Corso. Non ho incluso Meazza, il più grande di tutti, e Ronaldo perché li considero fuori concorso. Una gioia per gli occhi.
(Avv.Peppino Prisco)
E fui dell’Internazionale, della squadra, cioè, di ‘sciori’, come veniva chiamata allora per distinguerla dal Milan. Al Milan infatti andavano le simpatie degli operai, dei brumisti [gli antenati dei tassisti] e dei ferrovieri. Il seguito dell’Internazionale invece era composto di studenti, impiegati. Era la squadra snob, insomma. (Ermanno Aebi)
Il fatto che l’Inter abbia vinto dopo Calciopoli dimostra quanto questa sia stata una vera truffa per il calcio italiano, una prova in più di quanto stava accadendo. Era frustrante quando dicevano che spendevo e non vincevo
(Massimo Moratti)
L’Inter è sempre sola nel senso di solitaria, staccata da tutto il resto, al confine; è sola nel senso di unica, nel modo di pensare, di agire e di rapportarsi con il mondo. Non mi stancherò mai di ripeterlo, a costo di sembrare banale: l’Inter è una creatura diversa rispetto a tutte le altre squadre. Nel nostro DNA c’è una piccola dose, o forse qualcosa di più, di sana, lucida follia; l’Inter è genio e sregolatezza, l’Inter è sofferenza, l’Inter è dolore, l’Inter è estasi. Dall’Inter ci si può aspettare tutto e il contrario di tutto. Vittorie impossibili e tonfi clamorosi, partite della vita e passaggi a vuoto inimmaginabili. È così, storicamente.
(Javier Zanetti)
Forse nemmeno un grande scrittore avrebbe potuto immaginare questa scena, e cioè il figlio che quarantacinque anni dopo il padre conquista la stessa Coppa, con la stessa squadra non ereditata ma testardamente ricomprata nel 1995, trentasette anni dopo l’addio del padre al club del cuore.
(Fabrizio Bocca)
E tu avresti solo diciassette anni? Ma se sembri mio zio.
(Giampiero Marini, mediano dell’Inter rivolgendosi a Beppe Bergomi)
L’Inter non ha vie di mezzo: o sta sulla luna o va nel pozzo!
(Giovanni Trapattoni)
Durante il regime fascista l’inter si chiamò Ambrosiana Inter per volere di Mussolini che decise di italianizzare i nomi di tutte le cose e al quale quell’Internazionale, che sapeva tanto di socialista, non andava proprio giù.
(Fabrizio Calzia – Francesco Caremani)
E’ l’unico petroliere, in Italia, a non aver mai ricevuto una sola comunicazione giudiziaria.
(Peppino Prisco ricordando la correttezza esemplare di Angelo Moratti)
Il fascino dell’Inter è il piacere della sofferenza.
(Massimo Moratti)
L’Inter è squadra femmina, quindi passionale, volubile, e pertanto agli antipodi del pragmatismo che caratterizza la Juventus.
(Gianni Brera)
Sono dell’idea che una retrocessione cancelli almeno cinque scudetti conquistati e che la vittoria di una Mitropa Cup elimini i residui.
(Avv.Peppino Prisco)
Ma dimmi cosa c’è di meglio di una continua sofferenza per arrivare alla vittoria.
(Elio e le storie tese nell’inno nerazzurro)
Sono tifoso dell’Inter, noi siamo la squadra della legalità.
(Antonio Ingroia)
Prima di morire mi faccio la tessera del Milan, così sparisce uno di loro.
(Avv. Peppino Prisco)
Lui che mai si è rassegnato all’idea che il passato fosse nerazzurro e il futuro no. Anche quando la Beneamata perdeva Giacinto regalava agli Interisti il piacere di sentirsi tali. Ed è romantico pensare che sia scappato via così presto perché, da lassù, le vittorie si vedono meglio.
(Leo Turrini)
Tutti i passaggi portano a WesleY Snejider. Dopo sai già come va a finire.
(Gabriele Romagnoli)
Cosa mi piace dell’Inter? È l’unica squadra mai andata in B, vuol dire che è una società seria e sa cosa fare per ottenere i risultati. L’Inter non è mai stata negli scandali di qualche anno fa [riferendosi a Calciopoli], questo mi fa piacere perché mi piace vivere in pace e fare le cose corrette. (Hernanes)
La Juventus, solida e rassicurante come un labrador, certamente vincerà ancora. L’Inter, matta come una gatta, vincerà ancora – probabilmente. La differenza è negli avverbi. Come dire: la Juve è un investimento, l’Inter una forma di gioco d’azzardo – l’unica che pratico, da trentasette anni.
(Beppe Servegnini)
Jair era piccolino: 1,72, ma aveva delle gambe lunghissime, quasi quanto le mie che sono 1,88. Quel fisico gli consentiva scatti a velocità imprendibile, era supersonico.
(Giacinto Facchetti)
Scegliere l’Inter è come entrare in un labirinto. Un favoloso dedalo neroazzurro, pieno di sorprese a ogni svolta. Al centro c’è l’obiettivo, il premio, la gioia che attendiamo. Il problema è: come arrivarci?
(Beppe Severgnini)
Nell’Inter ha difeso come un terzino, ha corso come un mediano, ha segnato come un Dio.
(Su Samuel Eto’o)
Corro come un negro per vivere come un bianco.
(Samuel Eto’o)
L’Inter nella sua storia ha avuto sempre dei fuoriclasse. Mi soffermo su stranieri come Wilkes, Skoglund, Angelillo, Suarez, Karl-Heinz Rummenigge, Ronaldo… [Italiani] Io ne menzionerei due: Meazza e Corso. Poi, è chiaro che si potrebbero fare molti altri nomi, da Mazzola ad Altobelli. Ma il centenario dell’Inter li ricorderà tutti. […] Facchetti esce dal mazzo, perché ha avuto la capacità di elevarsi rispetto a tutti gli altri, prima in campo come giocatore e poi da dirigente, fino ad arrivare ad essere presidente di questa società.
(Massimo Moratti)
Quando stringo la mano ad un milanista me le lavo, quando la stringo ad uno della Juventus guardo se ho ancora tutte le dita.
(Avv. Peppino Prisco)
Sono tifoso dell’Inter e di tutte le squadre avversarie che a turno incontrano Milan e Juve.
(Avv.Peppino Prisco)
L’Inter è spiritualità, è un modo di vivere, di essere. Un’avventura storica straordinaria: sconfitte, vittorie di Pirro, casualità, è sempre un sabato del villaggio. L’interista è programmato geneticamente alla sconfitta, noi la vittoria non sappiamo come gestirla.
(Roberto Vecchioni)
Talento soprafffino, tocco elegante, si narra che sotto le scarpe Antonio Angelillo non abbia i tacchetti come tutti gli altri, bensì dei pennelli
(Fabrizio Calzia)
L’Inter è una forma di allenamento alla vita. È un esercizio di gestione dell’ansia, e un corso di dolcissima malinconia. È un preliminare lungo anni. È modo di ricordare che a un bel primo tempo può seguire un brutto secondo tempo. Ma ci sarà comunque un secondo tempo, e poi un’altra partita, e dopo l’ultima partita un nuovo campionato.
(Beppe Severgnini)
Anche io ho le mie cose da nascondere: una volta ho giocato nel Milan.
(Giuseppe Meazza)
L’Inter, come squadra di calcio, è nata il 9 marzo del 1908, sotto la costellazione dei Pesci. In una delle interpretazioni più convincenti della sequenza zodiacale, il passaggio dal primo segno, l’Ariete, all’ultimo, i Pesci, è contrassegnato da una tendenza gradualmente ascensionale: si parte dal segno più istintuale per raggiungere quello più elevato. Un percorso che procede dall’affermazione terrestre alla liberazione dall’istinto. I pesci, quindi, sono il segno zodiacale più ‘mistico’. Ho scelto consapevolmente un percorso irrituale, quello astrologico, per approfondire la personalità e l’essenza della squadra “Inter”. L’Inter, se ci riferiamo alla sua ascendenza zodiacale, è una squadra ‘mistica’, capace di impennate, ma anche di cadute clamorose. (Elio Matassi)
Possiede la velocità di Bicicli, il palleggio di Corso, la forza di Lindskog, il dribbling di Sivori, il tiro di Altafini.
(Helenio Herrera a proposito di Luisito Suarez)
Ventidue dei centoquattro anni dell’Inter li ho trascorsi indossando con orgoglio i colori che amo, che ho sempre con me e che mi sono tatuato sul braccio.
(Walter Zenga)
All’Inter ho trovato un ambiente che ha saputo apprezzare le mie qualità umane, conoscendole. Ho trovato persone che mi hanno valutato anche negli errori per come ero davvero e che mi sono state vicine anche nei momenti di difficoltà. Ed è per questo che sono ancora qui. (Marco Materazzi)
A Milano ci sono due squadre: l’Inter e la primavera dell’Inter
(Avv.Peppino Prisco)
Credo nelle rovesciate di Bonimba e nei riff di Keith Richards. (…) Credo che un’Inter come quella di Corso, Mazzola e Suarez non ci sarà mai più, ma non è detto che non ce ne saranno altre belle in maniera diversa.
(Dal film Radio Freccia)
Nascerà qui al ristorante L’orologio, ritrovo di artisti, e sarà per sempre una squadra di grande talento. Questa notte splendida darà i colori al nostro stemma: il nero e l’azzurro sullo sfondo d’oro delle stelle. Si chiamerà Internazionale, perché noi siamo fratelli del mondo.
(Milano, 9 marzo 1908, in occasione della nascita dell’Inter)
La Curva Nord mi ha sempre stordito, la prima partita in amichevole non la dimenticherò mai. L’Inter mi ha portato la serenità di essere un uomo libero perché quando giochi per questa società che ti fa diventare il migliore, mi ha dato la fiducia, la verità di essere leader. (Youri Djorkaeff)
Quando ascolto la curva intonare “Tutti pazzi per Materazzi” mi sento felice. Felice di essere diventato interista a vita.
(Marco Materazzi)
E’ meglio giocare con una sedia che con Hansi Muller, perché con la sedia quando gli tiri la palla addosso ti torna indietro!
(Evaristo Beccalossi, campionato 1982-83)
Il tifoso interista è abituato a soffrire ma non molla mai, non abbandona mai la barca nel momento del bisogno. Il tifoso interista è un’innamorato cronico, un passionale, un sanguigno. Ha un carattere argentino.. È fedele, appassionato, nel bene e nel male. Ma è anche esigente, così come brillante, intelligente e ironico.
(Javier Zanetti)
Ho un grande orgoglio di allenare l’Inter, di lavorare per una società che mi piace, con una cultura che mi piace, con i tifosi che hanno vissuto anni difficili e che solamente dopo hanno saputo per quale ragione hanno vissuto questi anni di grande difficoltà. È un orgoglio per me lavorare nell’Inter, sarò sempre molto felice un giorno di poter dire che sono stato l’allenatore dell’Inter.
(José Mourinho)
Ed è finita, ed è finita! Dopo quarantacinque anni l’Inter ritorna a vincere la Coppa dei Campioni!
(Bruno Longhi, Bayern Monaco-Inter, 22 maggio 2010, triplice fischio finale]
Milito, Milito, Milito, Milito, Milito entra in area di rigore… il tiro… la palla è dentrooo! L’ha messa dentro Diego Milito!
Attenzione Milito, Milito, Milito… due contro due… Milito, può entrare in area di rigore… ancora Milito, dribbling Milito, Milito, Milito attenzione la mette dentro… è goool!
(Bruno Longhi, Bayern Monaco-Inter, 22 maggio 2010, telecronaca dello 0-1 e 0-2)
Un pronostico su Ascoli-Milan? Non saprei, non seguo il calcio minore!
(Avv. Peppino Prisco)
Essere nerazzurri è un traguardo, un segno di eccellenza. Vi chiedo di urlare forza Inter con passione, ma senza rabbia.
(Giacinto Facchetti)
Noi interisti siamo sempre stati quelli contro: i ribelli di Guerre Stellari contro l’Impero, gli indiani contro i cowboys, i troiani contro i greci che si studiavano a scuola. Insomma, in una parola, noi siamo i buoni.
(Gianluca Rossi)
E’ vero. L’Inter nasce da una costola del Milan: infatti noi non abbiamo mai rinnegato le nostre umili origini!
(Avv.Peppino Prisco)
L’interismo è una corsa ad ostacoli, e gli ostacoli sono sempre interessanti.
(Beppe Severgnini)
L’errore più grande dell’Inter. “Cedere Roberto Carlos e non comprare Platini: era già nostro”.
(Avv. Peppino Prisco)
C’è una sola area di 25 metri in Italia e non vedo perché dovremmo fare gli struzzi.
(Josè Mourinho commentando un rigore concesso a Del Piero)
Inventò il pressing, la taca de bala, difesa di granito e attacco supersonico, martellava psicologicamente, chiedeva ai suoi difensori di essere soldati. Duro, carismatico, teatrale, geniale. Più stregone che mago. Con lui l’inter è diventata grande.
(Su Helenio Herrera)
La prima volta che ho indossato la maglia dell’Inter, ho capito subito che la squadra aveva tanti tifosi appassionati e che era la squadra perfetta per poter realizzare tutto quello che sognavo da bambino. (Júlio César)
I terzini prima di Facchetti non si avvicinavano mai alla porta. O erano alti, o erano veloci, o erano forti o erano tecnici. Segnare manco a parlarne.
(Fabio Caressa)